Come imbobinare il mulinello per la pesca all’inglese

mulinello

Abbiamo già parlato del diametro di filo da usare quando peschiamo all’inglese, ma dopo averlo comprato dobbiamo imbobinarlo sul nostro mulinello. Ci sono delle accortezze da tenere presente, infatti prima che il filo possa essere caricato in bobina va lavorato.

Come tutti gli oggetti prodotti in fabbrica presso dei macchinari industriali anche i fili presentano residui di lavorazione. Questi residui sono i grassi siliconici spruzzati sugli estrusori a caldo che dalla colata di nylon in pasta lo portano a diventare filo. Come si evince dal nome tutti i passaggi sono fatti con materiale caldo che si attaccherebbe irrimediabilmente ai macchinari, per evitare questo vengono spruzzati grassi e oli al silicone anti aderenti che nonostante vengano poi ripuliti dal prodotto finito ne rimane comunque traccia piuttosto uniforme. Questi residui sono i responsabili della galleggiabilità, noi però abbiamo bisogno che il filo affondi visto che è sinking, quindi comprata la matassa di filo in negozio la immergeremo per circa 24 ore così come è in un contenitore di acqua e detersivo per piatti in una proporzione del 40%.

Fatto questo dopo 24 ore, passeremo ad imbobinare il filo senza asciugarlo in modo tale che il composto liquido prosegua nella sua opera sgrassante. Questo trattamento non è definitivo perché dopo pochi lanci in pesca il filo farà nuovamente fatica ad affondare quindi provvederemo a spruzzare direttamente sulla bobina, prima di rimettere la canna in pesca, lo stesso prodotto conservato in uno spruzzino che avremo preventivamente preparato per tutta le sessione di pesca almeno ogni 5 lanci. Questo vi permetterà di mantenere una discreta affondabilità per tutta la durata della battuta di pesca.

Ricordate sempre di sgrassare il filo tutte le volte che uscite a pesca e di mettere lo spruzzino nello zaino. Purtroppo lo stress dei lanci unito al trattamento chimico ne compromettono la durata che ci costringe a cambiarlo dopo 5/6 sessioni impegnative di pesca. Vi consoli il fatto che un agonista cambierà monofilo ogni 2 competizioni quindi solo dopo aver fatto 10 ore di pesca, un po’ pochine, ma in competizione ogni oggetto che fa parte dell’attrezzatura deve essere al 100% per non compromettere un risultato che come tutte le attività professionistiche viene considerato business.

Lo shockleader e il lancio nella pesca all’inglese

Quando abbiamo parlato dei fili non abbiamo menzionato questo stratagemma che ci consentirà di poter imprimere molta potenza nella fase di lancio sfruttando anche pesi nell’ordine dei 30 grammi per raggiungere grandi distanze, questo stratagemma lo si è preso in prestito dal surf casting e si chiama shokleader.

Lo shokleader non è altro che uno spezzone di filo di grosso diametro che verrà legato al nostro liner, di lunghezza pari al doppio della match rod su cui verrà confezionata la lenza e che attutirà le forti sollecitazioni del lancio. Il modo corretto di legare lo shokleader al liner è utilizzando un nodo detto bloodknot ossia nodo di sangue di seguito potrete vedere lo schema per eseguirlo.

nodo di sangue

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