La Fipsas contro la regione Campania

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Questo 2015 è cominciato sicuramente con il turbo per la Fipsas, l’abbiamo potutavedere infatti alle prese con diversi problemi nella gestione delle nostre acque e della pesca, da prima con la campagna, sia nelle fiere che online, per la salvaguardia della carpa, poi la notizia di pochi giorni fa di un accordo con le altre associazioni di pesca sportiva per manifestare dissenso contro la licenza di pesca in mare; e ora il presidente federale Ugo Matteoli, ha manifestato il proprio disappunto in merito alle modifiche alla legge regionale n. 17 del 23 novembre 2013 che sono contenute nel disegno di legge collegato alla finanziaria regionale 2015.

Grazie a tali modifiche infatti, tutte le associazioni ambientaliste operanti in regione potranno iscriversi all’albo delle associazioni, che nella prima approvazione della legge, era aperto soltanto alle associazioni di pesca sportiva nazionali, come normale ed ovvio che fosse.Invece dallo scorso 28 marzo, qualsiasi associazione ambientalista, anche quelle minori, potrà chiedere e ottenere le concessioni delle acque pubbliche per gestire le attività di pesca sportiva, pur non essendo associazione di pesca sportiva. Sono le associazioni di pesca sportiva, infatti, quelle costantemente impegnate nella valorizzazione delle attività alieutiche, nella tutela dei bacini idrici, nella salvaguardia del patrimonio ittico, nell’incentivazione delle attività agonistiche, contribuendo ad alimentare un giro di affari annuale di decine di milioni di euro in Italia.

Questa modifica rappresenterebbe quindi un’esagerata ingerenza in materie che non sono di competenza delle associazioni ambientaliste e ciò fa supporre che il Consiglio regionale si sia piegato alle pressioni di alcune lobby che perseguono gli interessi di pochi a discapito degli interessi plurali:

La FIPSAS quale associazione più rappresentativa a livello Nazionale della pesca sportiva e ricreativa si è già mossa nei confronti del Governo Regionale inviando una nota di protesta prima della approvazione definitiva, ma farà tutto quanto è nelle sue possibilità per far valere le proprie ragioni nelle sedi più opportune, anche ricorrendo alla giustizia amministrativa.

Le associazioni di pesca sportiva e ricreativa e i pescatori campani meritano più rispetto. Lo Sport della pesca solo in Campania conta decine di migliaia di appassionati e muove annualmente un giro di affari di centinaia di migliaia di euro tra addetti impiegati nel settore e nell’ indotto. I pescatori campani non potranno subire sempre in silenzio e, stavolta, alzeranno la voce!

Il parere della redazione

Quello che dice il presidente Matteoli è certamente condivisibile, in un paese dove l’associazione nazionale per la tutela della pesca funzionasse egregiamente, forse non ci sarebbero dubbi su chi dovrebbe gestire le acque interne in toto.

Ma qui siamo in Italia, e la Fipsas, nonostante le ottime mosse recentemente compiute e il consenso raccolto, anche da parte dei più scettici, è comunque ben lungi dall’essere una organizzazione ben funzionante. Troppo spesso in passato la federazione si è ritrovata a calpestare le richieste dei pescatori per agevolarne una piccola parte o per altri motivi, la battaglia ferrarese dello scorso anno ce la ricordiamo tutti credo.

Andranno sicuramente studiati più nel dettaglio i casi in cui la gestione delle acque interne passerà ad altre associazioni per vedere se veramente si tratta “di alcune lobby che perseguono gli interessi di pochi” oppure se organismi più piccoli, e concentrati su piccole zone potranno riuscire la dove la Fipsas, di fatto non è riuscita per tutti questi anni. Chissà che questo tipo di gestione non funzioni per davvero, sarà il futuro a dircelo.

Fonte:

Portale Fipsas

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