Qualche mese fa abbiamo già parlato del Fiume Tresa, quella volta si trattava di un evento felice: la costruzione della scala di monta per ricollegare il Lago di Lugano al Lago Maggiore. Ma questa volta si tratta invece dell’ennesimo scempio ambientale che colpisce il fiume Tresa, già fin troppo martoriato nel recente passato.
Periodicamente avvengono infatti lavori di manutenzione e la portata dell’acqua viene ridotta notevolmente, questo porta al deflusso delle acque miste a materiale melmoso verso valle, con le coseguenze che tutti possiamo ben immaginare: la morte senza scampo di carpe, trote, pesci persici e altre specie.
Uno scempio, questo dello svaso periodico della diga sul Tresa, che va ad aggiungersi ai problemi già ben noti nella zona legati all’inquinamento: ricordiamo infatti che la parte italiana del Lago di Lugano risulta fortemente inquinata.
Un pescatore della zona che si trovava sul luogo e ha fotografato tutto ha commentato la vicenda con molto rammarico:
Si, non è la prima volta che succede. Ma stavolta pensavo che sarebbe stata presa qualche misura per evitare la moria di pesci. Sono un pescatore, e assieme ad altri miei compagni di lenza stamattina ci siamo trovati per verificare la situazione e documentare il tutto. Pensavamo che la sensibilità dimostrata dall’azienda nell’aver messo le scale di risalita, sarebbe stata da volano per organizzare meglio la cosa.
In futuro mi auguro che Enel si metta in contatto con le associazioni di pescatori della zona per chiedere una mano allo scopo di spostare i pesci prima di eseguire lavori di questo genere: noi ci rendiamo già da ora disponibili, e a titolo gratuito, per aiutare a salvare i nostri pesci.
Dal canto suo Enel non risponde, ma si limita soltanto a confermare l’esecuzione di questi lavori da il 2 e 10 di Febbraio.
Sono senza parole, non è bastato il disastro che avevano fatto in precedenza, ci vorrebbe un bel provvedimento disciplinare per i responsabili di questo DISASTRO AMBIENTALE, sono sconfortato.