Ciao a tutti, questo è il primo articolo che scrivo e spero che vi possa piacere e soprattutto che vi possa essere d’aiuto.
Il fiume Treja scorre nel Lazio, più precisamente in provincia di Viterbo. In particolare, questo che vedete nella foto sopra è lo spot dove io generalmente pesco (sotto la cittadina di Civita Castellana) visto otto o nove anni fa quando ancora per passare sull’altra sponda dovevo guadare. Oggi invece c’è un tronco che fa da prova per l’equilibrio dei pescatori… cioè volevo dire che fa da ponte ai pescatori.
Il fiume, di dimensioni davvero esigue (massimo mezzo metro di profondità e tre di larghezza), è uno degli spot a cui sono più legato. È circondato da una fitta boscaglia che lo rende impercettibile a chi non lo conosce e un paradiso quindi per pesci e pescatori.
Il fiume Treja, ma questo spot in particolare, subisce ogni anno variazioni causate probabilmente dalle piene invernali. Al suo interno oltre che alle classiche minutaglie di torrente si possono insidiare grossi barbi (a galleggiante col verme di terra) e cavedani che arrivano spesso ai tre/quattro chili (a spinning con cucchiaini più piccoli possibile, a galleggiante con bigattini o more, sconsiglio la mosca).
Fino a qualche anno fa il posto sarebbe stato il sogno di ogni pescatore dato che vi era una diga che formava un piccolissimo bacino di tre metri di altezza che accoglieva pesci di ogni specie e di taglie addirittura maggiori di quelle già descritte sopra. Purtroppo poi a causa di un vezzo di un artista che volle posizionare li della piccole statue di tufo (fra l’altro già tolte) la diga è stata distrutta.
A beffa del capriccioso artista oggi lo spot è comunque ottimo ed è un piacere passare lì le giornate. Per chi volesse provarlo consiglio la fascia oraria fra le sei e le undici di mattina, mentre come attrezzature basteranno: un galleggiante 0,5 grammi, uno da 0,75, filo del 14 o del 16, ami dal 14 al 20 per i bigattini, 14 per le more, 12 o 14 per i vermi di terra.