Tocca i cavi dell’alta tensione mentre pesca e muore

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Si tratta di un pescatore sessantenne di Campegine nei pressi di Reggio Emilia, il povero sventurato che, la scorsa settimana ha toccato i fili dell’alta tensione durante un lancio con la sua canna da pesca in carbonio. La vittima di questo tragico incidente si chiamava Avio Pastorelli, sposato e padre di due figli (a cui vanno tutte le nostre più sentite condoglianze).

Non è il primo caso di morte causata dai fili dell’alta tensione a contatto con le attrezzature da pesca, solo lo scorso mese di febbraio si sono registrate altre due tragiche morti di questo tipo: Il 23 di febbraio sulle sponde del fiume Aniene un uomo di Subiaco ha toccato i cavi dell’alta tensione con la sua canna da pesca ed è morto e un altro pescatore di 42 anni è rimasto ucciso lungo le rive del Potenza a Pioraco.

Ma negli scorsi anni si sono registrati diversi casi di incidenti di questo tipo, come nel 2010 a Vicovaro dove ha trovato la morte del giovane Roberto Biddau:

Stava pescando sulle rive dell’Aniene, sul territorio di Vicovaro, con una canna da pesca in carbonio lunga circa sei metri. Ha sfiorato un palo dell’alta tensione ed è morto folgorato di fronte agli occhi dell’amico vicovarese, che ha cercato di soccorrerlo mettendo a rischio la propria vita. La tragedia, nel pomeriggio di domenica 28 febbraio 2010, lungo le sponde del fiume Aniene durante l’apertura della pesca alla trota. Il pescatore è Roberto Biddau, 36 anni di Castel Madama, morto all’istante per aver toccato con la punta di una lunga canna da pesca un cavo dell’alta tensione dell’Enel.

Nel 2006 invece morì Maurizio Di Giuseppe:

Proprio sullo stesso punto dov’è deceduto Roberto Biddau, a via Piana in località Sant’Antonio, proprio vicino ai fili dell’elettrodotto dell’Enel all’interno di via Tiburtina, il 19 marzo del 2006 morì Maurizio Di Giuseppe, 51enne di Vicovaro, fulminato mentre camminava lungo il fiume Aniene. La sua canna al carbonio, lunga 7,10 metri, è rimasta impigliata ad un cavo della corrente di 380 watt, posta all’altezza di 7 metri uccidendolo nel giro di pochi minuti. Inutili i soccorsi prestati all’uomo da altri pescatori: il decesso è stato accertato dal medico di bordo di un’ eliambulanza del 118 atterrata subito dopo nelle vicinanze.

Un tragico bolletino che deve per forza spingere tutti noi pescatori a una forte riflessione sui rischi che si possono correre in certi ambienti. Spesso ci si preoccupa di pericoli più immediati come le piene improvvise o i tipici incidenti che possono accadere muovendosi in riva a un fiume, ma bisogna prestare molta attenzione anche a quello che ci circonda, anche in alto.

Fonte:

Italian fishing tv

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