La pesca a ledgering

Pescando a ledgering

Tra le diverse tecniche di pesca sportiva, il ledgering è una delle più recenti: comparso per la prima volta in Gran Bretagna alla fine degli anni Sessanta, si è rapidamente diffuso in tutto il mondo anche grazie alla sua notevole versatilità, che lo rende praticabile nei contesti più diversi.

La pesca a ledgering può essere considerata un incrocio tra la pesca a fondo medio-leggera e il surfcasting leggero: è piuttosto semplice da imparare, e per questo consigliata anche per i pescatori meno esperti, anche perché dipende dall’impiego di terminali alquanto sottili e dal ricorso ad attrezzature facili da maneggiare e per nulla pesanti.

Quando e come pescare a Ledgering?

Ma quando si deve sfruttare tale tecnica? Gli ambienti più adatti sono quelli con fondali melmosi: il ledgering, infatti, è ideale per la cattura di prede che vanno a cercare il proprio nutrimento sui fondali; è il caso, per esempio, dei laghetti artificiali e delle cave, ma anche dei fiumi, dei porti, dei laghi o delle insenature.

Pasturatore-carico

Fondamentale per la pesca a ledgering è il pasturatore: la pasturazione viene realizzata con bigattini. Se si usano i piombi, è consigliabile lanciare delle palle con della fionda; in alternativa, è molto diffusa anche la pratica di mischiare i bigattini a della pastura di fondo. L’importante è sapere che il pasturatore tende a svuotarsi con una certa rapidità: ciò implica che, in seguito alla prima pastura, sia necessario ricorrere a del nastro adesivo da posizionare intorno e lasciando liberi solo alcuni buchi, per far sì che i pesci si sfamino con una certa difficoltà.

Come detto, questa particolare tecnica di pesca sportiva si basa su terminali dal diametro estremamente ridotto (in genere, tra 0,8 e 0,12), con ami altrettanto piccoli: lo scopo è quello di garantire all’esce la maggiore libertà di movimento possibile e altrettanta naturalezza. La conseguenza più immediata di tale effetto è che per salpare le prede è richiesto un impegno tecnico non indifferente. La lunghezza dei terminali, di solito, è tra i 70 e i 200 centimetri, mentre la grandezza dei mulinelli sarà tendenzialmente media: essi dovranno garantire un recupero senza sforzo e si contraddistingueranno per una velocità contenuta.

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