Il maltempo durante queste due settimane di ferie, purtroppo, ci ha dato ben poche possibilità di pescare i piccoli predatori marini a Light rock fishing quindi io e il mio compagno di avventura Alessandro decidiamo di dedicarci alle acque interne alla ricerca della regina dei torrenti: la trota Fario. Dopo una serata infruttuosa alla ricerca di potenziali spot su Google Maps decidiamo di affidarci all’istinto e pescare in un torrente non molto distante dal nostro campeggio, puntiamo la sveglia alle 6 della mattina successiva e andiamo a dormire pregando il Dio della pesca di regalarci una bella giornata ricca di catture.
La sveglia suona con insistenza e non senza fatica ci alziamo, superati i primi secondi di smarrimento, grazie ad un buon caffè, la voglia di incontrare la regina si fa sempre più insistente e in 20 minuti siamo già sullo spot.
Mentre io sono ancora intento a scegliere quale sia l’esca che mi regalerà qualche cattura, Alessandro allama la prima trotella della giornata una fario ben pinnata che attacca con cattiveria il Martin da 4 gr armato con amo singolo senza ardiglione per facilitare il rilascio delle nostre amiche.
Il torrente non sembra essere molto battuto in quanto non ci sono tracce di inciviltà come spesso capita in questi meravigliosi posti, soddisfatti dall’ambiente e dalla presenza di pesce sondiamo ogni lama e buca che si presenta davanti a noi, le trotelle rispondono positivamente ed in poco tempo ho tolto la possibilità di tornare a casa con un cappotto.
Raggiunta una cascata che presenta una bella buca con al centro un masso che affiora appena e li tra quelle acque son sicuro si nasconda la regina del torrente infatti cambio la dimensione del Martin e ne monto uno da 9gr, lancio sotto la cascata due giri di mulinello e la mia esca viene attaccata da una fario che anche aiutata dalla corrente riesce a far cantare la frizione, dopo diversi salti e un paio di ripartenze porto a riva una bella trota sui 30 cm che una volta fotografata e slamata riparte scodando verso la sua tana. Contento di aver preso per ora la trota più grossa della giornata rilancio nella stessa buca allamando un altra trotella che riconquista subito dopo la libertà con un salto spettacolare fuori dall’acqua.
Continuiamo a risalire il torrente finchè non arrivamo ai piedi di questa cascata alta più di quattro metri, immersa nel totale silenzio.
L’acqua placidamente supera una pianta caduta che rende quasi totalmente impossibile il lancio dei rotanti senza che essi non si incaglino nella ramaglia sommersa nonostante la quasi certezza di prerdere il mio fidato martin lancio e a metà del recupero vengo premiato da una trotella di una quindicina di cm che si avventa senza pensarci due volte sul rotante.
Vista l’impossibilità di andare avanti io e il mio compagno d’avventura decidiamo di tornare verso la macchina e per non rifare tutto il tragitto lungo il fiume risaliamo una scala che credavamo desse sulla strada, mai sbaglio fu più grande, in fondo alla scala c’era il terrazzo di un abitazione con l’inquilina che faceva colazione e con tono abbastanza acidulo ci informa che quella è proprietà privata, nello specifico casa sua. Noi con stupore ci scusiamo e cerchiamo di spiegargli che magari un cartello o ancora meglio un cancello potrebbero evitare questi inconvenienti.
Ancora un po’ basiti da questa situazione riscendiamo lungo il fiume per raggiungere la macchina e spostarci verso monte dove il corso del fiume diventa più regolare.
Qui purtroppo le catture diminuiscono e Alessandro sondando una buca non molto profonda con un ondulante da 7 gr allama una bella trota che riesce a slamarsi quasi subito, dopo quest’ultima dose di adrenalina e altri due pesci a testa slamati decidiamo di chiudere qui la sessione di pesca per andare a pranzare e spiegare per l’ennesima volta ai vicini di bungalow che tutto il nostro pescato viene rilasciato in segno di rispetto verso chi ha combattuto senza risparmiarsi, regalandoci momenti di felicità.