Oramai, se seguite Il blog della pesca anche sui social network lo saprete già, questa estate sono stato in Slovenia per pescare a mosca.
Devo ammettere che fino a poco più di un anno fa ero completamente ignorante del fatto che per anni fossi passato indifferente (diretto presso le soleggiate spiagge Croate), per quello che molti pescatori a mosca definiscono il paradiso europeo della pesca a mosca. Va detto anche che fino a qualche mese fa ero ignorante sulla stessa pesca a mosca (forse qualcuno si ricorderà della mia tragicomica prima volta con una canna da mosca in mano), una tecnica che mi aveva sempre affascinato ma anche intimorito.
Fin da quando sentii parlare per la prima volta del lago di Bled, delle sue acque cristalline e della leggenda del Sava Bohinjka avevo già praticamente deciso. Dovevo andarci.
L’occasione migliore è arrivata durante le ultime ferie estive: Invece di recarmi immediatamente verso la Croazia, sono riuscito a convincere la fidanzata che fare una sosta a Bled sarebbe potutta essere una trovata molto interessante. Purtroppo per la natura delle mie vacanze, per i costi dei permessi (non proprio economici ma ne parleremo più tardi) e per le giornate terribilmente afose non mi sarebbe stato concesso di pescare moltissimo.
Decisi che avrei dovuto concentrare la pesca in una unica intensa giornata in cui mi sarei dedicato a me e alle trote slovene. Un vero peccato non aver potuto dedicare più tempo al fiume, che nel tratto più alto da una rapida perlustrazione in macchina mi sembrava il tratto più tecnico e se vogliamo un po’ più estremo. Sicuramente è il tratto meno battuto per via della sua morfologia non proprio accessibile a tutti. Insomma i posti un po’ wild che piacciono tanto a me.
La prima sessione mattiniera
Mi sveglio all’alba, veloce lascio la mia ragazza che ancora dorme nella nostra tenda piantata al campeggio Bled. In 10 minuti sono già sul fiume (a metà del tratto R1, poco prima di arrivare a Boh. Bela). Ero intenzionato a provare le mie ultime moschine autocostruite con la tenkara e così una volta aperta la canna telescopica mi sono dedicato subito a una piccola buchetta con delle favolose trote a vista.
Uno spettacolo che non saprei come spiegare: acqua talmente limpida da far spavento, che mi permetteva di pescare a vista senza alcun problema, riuscendo a vedere distintamente come si comportavano i pesci alla vista delle mie mosche.
Come spesso si dice però c’è una bella differenza tra il vedere un pesce e catturarlo, infatti la mia mattinata si è consumata tra il cambio continuo di mosche, passando dalle mie autocostruite ad altre mosche acquistate. L’unica che è sembrata riuscire a interessare i pesci sembrava essere una voluminosa Elk Hair Caddis (peccato averne solo una e averla praticamente disintegrata con una ferrata andata a vuoto). Così dopo aver fatto una breve perlustrazione sono saltato in macchina e sono sceso a Bled.
Prima di passare al campeggio per la colazione sono passato dal piccolo negozietto di pesca in paese per fare compere. Sia per cercare qualche mosca simile a quella che avevo visto funzionare, sia per vedere un po’ cosa usavano i pescatori della zona spiando cosa avesse in vendita il negozio.
Ci avevo visto bene, infatti il negoziante mi ha mostrato una intera teca di sedge abbastanza voluminose alcune delle quali molto simili alla mia Elk Hair Caddis, altre fatte con colori e materiali diversi. Dopo aver comprato una decina di mosche (anche di diverso tipo) tra quelle che mi sono sembrate più appetitose sono tornato di volata al campeggio.
La seconda sessione mattiniera
Caricata in macchina la fidanzata, che mi avrebbe accompagnato a pesca per il semplcie fatto che non aveva trovato di meglio da fare quel giorno, mi sono dedicato a un punto che mi aveva affascinato passando su uno dei ponti che attraversano più volte il fiume, sempre nella zona R1 ma più a valle.
Qui, dopo aver lasciato la mia ragazza su una bella spiaggetta di sassi a prendere il sole ho voluto provare la canna da mosca classica. Dopo poco però sono tornare alla Tenkara, senza un reale motivo, solo perchè volevo assolutamente scappottare con lei.
Sedge nera molto voluminosa e con una pallina d’orata montata sulla testa dell’amo, primo lancio, una trota esce dalla corrente per fiondarsi, senza pensarci su troppo sulla mia mosca. Colpo in canna, ferro. La trota fa una puntata e non riesco a capite se sia davvero di buona taglia o se la mia impressione venga falsata dalla corrente.
Poi la vedo saltare: Una bella trota iridea sui 40 cm, che però, una volta ricaduta in acqua mi scarica in canna la terribile ed evidente sensazione di essere riuscita a scappare. L’amo senza ardiglione, obbligatorio da queste parti, non perdona. La mia ragazza, attirata dalle mie imprecazioni mi si avvicina preoccupata.
Faccio una breve pausa riflessiva per cercare di fare il punto della situazione e alla fine arrivo alla conclusione:
La trota aveva voglia, la mosca è ancora su, via riproviamo!
La pensata così ottimistica non si dimostrerà poi così buona, e mi costerà praticamente tutta la mattina spesa a fare su e giù per il tratto di fiume con la pessima vista di trote che schizzano in ogni dove assolutamente non curanti della mia mosca. Il tutto si ripete per l’intera mattinata fino a quando carico ragazza e attrezzatura in macchina e decido di scendere più a valle.
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