Il fiume delle verità è un film del 2010 tratto dal romanzo The river Why di David James Duncan
Nel film è raccontata la storia di Gus, un giovane pescatore che ha la pesca nel sangue, infatti sia il padre (pescatore a mosca e scrittore che ha fatto della sua lotta con il mitico Nijinski il suo cavallo di battaglia) che la madre (pescatrice con le esche naturali) sono pescatori incalliti. Divertente il rapporto tra i due, che riescono a ricondurre tutto alle loro due filosofie di pesca.
Trama (attenzione spoiler)
Dopo l’ennesima discussione con i suoi genitori, Gus decide di ritirarsi in un capanno in mezzo ai boschi per dedicarsi anima e corpo alla sua passione, la pesca a mosca. Inizialmente infatti i suoi orari sono molto serrati, come ci ricorda in più di una scena il suo calendario, poi il suo rapporto con la pesca evolve.
Lentamente Gus inizia a farsi molte domande, anche ad esempio sulla possibilità di liberare i pesci catturati (mentre come possiamo vedere in tutto il film è solito annoccare tutte le catture, anche perchè sono la sua fonte di cibo primaria), addiritturà arriverà a tenere in vita una trota in un acquario nel suo piccolo capanno.
Durante la sua avventura Gus incontrerà molte persone che lo aiuteranno a loro modo, Titus il filosofo che cercherà di migliorare il suo rapporto con dio in cambio di insegnamenti sulla pesca, la misteriosa e affascinante Eddy, della quale Gus perderà la testa e un buffo e maldestro giornalista che scriverà un articolo su Gus colpito dalla sue grandi abilità di pescatore.
L’apice si raggiungerà durante l’estenuante combattimento con il grosso salmone chinook e il rilascio finale, in cui sarà Gus a entrare nell’elemento del salmone, e non il contrario come siamo abituati a vedere. Una scena spettacolare.
I commenti
Il film è molto interessante e particolare, gli ambiente e gli scenari sono qualcosa di spettacolare da vedere ti fan proprio venire voglia di compare il primo biglietto aereo per l’america e partire.
Probabilmente alcune scene sono troppo legate al mondo della pesca e non si riuscirebbe a comprenderle a pieno se non si è pescatori, come ad esempio alcuni scambi di battute tra i genitori di Gus. Ma per il resto è un film che si può tranquillamente gustare, riesce a trovare un buon equilibrio tra la pesca, il racconto e il romanticismo.
Forse in alcune parti si ha la sensazione che il film sia incompleto, per esempio da un certo punto in poi Titus sparisce e non si hanno più notizie di lui. Come se la storia originale del libro fosse troppo vasta per essere raccontata in un film. Resta comunque un film che consiglierei sia a tutti, sia pescatori che non, proprio per la bellezza e l’intensità di alcune scene che tolgono letteralmente il fiato.