Lo storione, la rinomata specie nota a tutti per le sue pregiate uova, sta entrando di diritto, ormai da diversi anni, nell’élite della pesca sportiva, diventando una delle prede più ambite tra gli appassionati di pesca ricreativa negli ambienti più disparati. Infatti la pesca alla storione può essere praticata sia nei fiumi che nei laghetti, anche se i risultati migliori si raggiungono proprio all’interno dei bacini artificiali.
Lo storione, per chi non lo conoscesse, si presenta con una forma del corpo allungata e affusolata, così come il muso, con l’intera parte dorsale ricoperta da placche ossee. Nei bacini italiani è presente in tre differenti varianti: quello americano, il pinocchietto ed il cosiddetto storione comune. Purtroppo è da considerarsi ormai estinto lo storione beluga, vero e proprio gigante del bacino del Mar Adriatico che non faticava a raggiungere i 5 metri di lunghezza nel fiume Po.
La pesca dello storione
È bene sapere che la pesca allo storione non è adatta a tutti: non è raro, infatti, che si verifichino giornate in cui la lenza non darà alcun tipo di soddisfazioni, senza che nulla abbocchi all’amo. È perciò importante non essere frenetici e aver molta pazienza, perché la voglia di bruciare i tempi potrebbe essere controproducente per il risultato finale.
Le tecniche per pescare lo storione
Le tecniche utilizzabili per la pesca allo storione sono 2: la tecnica pesca a fondo oppure pesca con galleggiante, detta anche al colpo. Per aumentare le chance di successo, è bene prestare molta attenzione ai segnali che provengono dall’acqua, spesso precursori della mangiata del branco di storioni, come le bollate, tipiche in un lago riservato a storioni, o i movimenti improvvisi del galleggiante, per chi utilizza la tecnica a colpo. In quest’ultimo caso, se il galleggiante dovesse sparire improvvisamente sotto il pelo dell’acqua, è necessario attendere almeno 5 secondi prima di ferrare, così da essere sicuri che lo storione abbia realmente abboccato all’amo.
Gli esperti di pesca allo storione oltreoceano, dove le misure del pescato possono toccare anche i 600 chili di peso, arrivano ad attendere olltre 15 secondi prima di ferrare. Infatti uno strappo alla canna troppo anticipato provoca, nella quasi totalità dei casi, la perdita della preda in combattimento, o il fissaggio dell’amo sulla coda o sulle pinne. Una volta agganciato all’amo è quindi consigliabile dare filo e successivamente recuperare: lo storione allamato, al contrario di quanto avviene solitamente con altre prede, si muove lentamente ma in modo deciso, e in caso di lenza tesa lo scatto brusco da parte del pesce potrebbe tranciare di netto il terminale.
Le esche da usare nella pesca allo storione
Per attirare l’attenzione degli storioni possono essere utilizzate esche in movimento o di forte impatto olfattivo come classiche pastelle al formaggio o, ancora meglio, i formaggini morbidi, da agganciare all’amo.
Mi raccomando di rilasciare sempre gli storioni con la massima cura
Un’operazione molto importante da effettuare, infine, è la slamatura, spessoo questa fase diventa particolarmente delicata se l’amo è conficcato in profondità nella gola dello storione. In ogni caso, per eseguirla al meglio e senza conseguenza, è sempre necessario bagnarsi le mani per non danneggiare la tradizionale mucosa che protegge le vie orali del pesce. Infatti vista la scarsa presenza di questo pesce nelle nostre acque vi consigliamo di praticare il catch and release. Anche perchè moltissimi regolamenti, nelle diverse province, obbligano i pescatori al rilascio di questi fantastici pesci, proprio per preservarne la popolazione.