Qualche settimana fa abbiamo deciso di visitare la nuova Riserva No Kill in Valle Scrivia, sul Torrente Laccio. Ambienti ristretti e trote combattive da cacciare con attrezzatura per pescare ultra light. Questi ambienti sono tra i miei preferiti e adoro sondare le buche e i piccoli correntini con piccoli artificiali. La pesca alla trota torrente a spinning, così come la concepisco io, è una pesca molto dinamica, fatta di molti spostamenti e di pochi lanci precisi per stimolare le trote a uscire dalle loro tane.
Quando ci si trova in ambienti molto selvatici, spesso si avranno a disposizione pochi lanci per riuscire a stimolare le trote di una buca: non sarà raro vedere delle vere e proprie saette partire in tutte le direzioni già al primo lancio, e bisogna essere pronti a cogliere ogni minimo attacco per “fregare” la trota. Ma quando si visitano riserve “no kill”, l’approccio deve per forza cambiare: qui infatti troveremo trote di allevamento, più abituate alla presenza dei pescatori e delle loro esche artificiali e, anche se spesso parliamo di trote immesse per la pesca, questa non è una certezza che avremo una giornata facile.
Magari non sarà poi così difficile riuscire a ingannare le piccole trotelle appena immesse, ma non diciamoci bugie: quello che ogni pescatore cerca è la grossa trota, magari la fario o il salmerino capace di far cantare la frizione. Cerchiamo il pesce che vive nel torrente da diverso tempo, che ha riscoperto il suo istinto predatorio e lo accompagna con una malizia che le esperienze di vita in un tratto “no kill” le hanno insegnato.
Le trote crescendo iniziano a diventare più selettive sulle prede da attaccare e cominciano a preferire cibarsi di piccoli pesci piuttosto che dei soliti insettini, per questo non è raro notare che le catture più importanti in questi ambienti le avremo pescando con hard bait.
Il Molix Jubarino Area sul torrente Laccio
Il torrente Laccio, come molte altre riserve “no kill”, si presenta con piccoli ambienti per cui, per forza di cose, la taglia dei nostri minnow non potrà essere mai troppo generosa. Del resto in questi ambienti la pesca ultra light sarà quella che ci darà maggior piacere nella pescata, utilizzando canne molto leggere, mulinelli piccoli, fili sottili e minnow di dimensioni decisamente contenute.
Non vi nascondo che fino a qualche mese fa, in questi ambienti le mie scelte ricadevano spesso su artificiali come ad esempio l’X-bait jerk 50 floating oppure sul Molix Jubarino, vero top seller della casa di Molinella che ha riscontrato il favore di moltissimi pescatori amanti dell’ultra light. Per cui, quando ci è stato presentato il nuovo Jubarino Area Molix, rivisitazione dell’ormai storico jubarino palesemente dedicata alla trout area, sono rimasto molto incuriosito dalle potenzialità di questo artificiale. Così, quando l’ho visto in catalogo sul sito di attrezzatura per la pesca SportIT.com, oramai punto di riferimento per i prodotti della Molix e molto altro, non ho potuto resistere alla tentazione di infilarlo nel carrello virtuale e ordinarlo.
L’occasione perfetta per provarlo è arrivata proprio durante la nostra visita sul torrente Laccio, dove abbiamo trovato diversi salmerini decisamente affamati e desiderosi di attaccare una preda succulenta. Durante l’uscita i nostri amici del Team Iella hanno anche girato un breve video in modo da potervi lasciare con un’idea ancora più chiara.
Ma cosa cambia nel Jubarino Area rispetto al normale Jubarino?
Questa è una domanda più che logica, alla fin della fiera si tratta di un Jubarino con una piuma molto voluminosa montata sull’ancoretta di coda. E molte volte sono proprio le cose più banali e semplici a sorprenderci: personalmente ho sempre visto il Jubarino come un artificiale da ultra light puro, qualcosa da usare nelle uscite di Street Fishing. Invece in questi ambienti ho sempre preferito altri artificiali, maggiormente vistosi e capaci di attirare l’attezione mantenendo comunque un peso contenuto, magari con movimenti molto esagerati per creare molte vibrazioni. Tuttavia questo approccio non sempre porta i suoi frutti: infatti un movimento troppo esasperato dell’esca spesso può spaventare le trote.
Quindi, per aumentare la visibilità della mia esca, dovrò aumentarla di dimensioni, ma così cambierà il nuoto e la lanciabilità…
E qui viene in aiuto la famosa piuma, una malizia vecchia forse quanto la pesca a spinning, così semplice e così ovvia da lasciarci veramente spiazzati: una piuma pesa pochissimo, eppure è in grado di aumentare vistosamente le dimensioni della nostra esca senza intaccarne più di tanto il nuoto. In acqua, durante il recupero, la piuma si assottiglierà fino a diventare quasi un filo sottile, ma sugli stop si gonfierà allargandosi in una vera e propria macchia di colore. Ed è stato proprio su un recupero a jerkatine che abbiamo avuto i maggiori attacchi.
In conclusione
Se siete amanti della pesca alla trota, soprattutto con attrezzature leggere, non potrete farvi scappare questa edizione del Jubarino dedicata alla Trout Area. Sono fermamente convinto che la pesca delle trote con approccio fine andrà di gran moda tra i pescatori per il prossimo anno: infatti sempre più gente si avvicina al concetto di giapponese della Trout Area e rimane impressionata dalle potenzialità che un approccio più light può avere nella pesca della trota a spinning. Molix, come ha dimostrato negli ultimi anni, è sempre pronta a cavalcare le nuove tendenze e questo artificiale ne è l’ennesima prova. Voi cosa ne pensate?
Lo avete già provato? Avete fatto qualche bella cattura da farci vedere? Diteci la vostra sul Molix Jubarino Area!
Video stupendo ! 😛