Quando Alessandro ci aveva scritto su whatsapp per invitarci a una nottata a break line ero un po’ scettico. Sapevo che il nostro amico era un ottimo pescatore di siluri, ma per me quel pesce è sempre stato un po’sfuggente. Non che in passato non ci avessi mai provato a insidiare questo fantastico predatore ma avevo sempre fallito, probabilmente per la mia ignoranza verso questo pesce. Inoltre la pesca con le esche vive non rientrava a pieno titolo tra le tecniche di pesca mie predilette.
Però alla fine mi ero fatto convincere da Lino e da Alessandro che voleva sdebitarsi per averlo portato a trote. Sabato, nel primo pomeriggio, io e Lino siamo partiti da Milano in direzione della provincia Pavese (è vero che si dice il peccato ma non il peccatore, ma in caso di pesca non si dice neppure il luogo del misfatto, soprattutto se si è ospiti), dove ci aspettavano con l’attrezzatura già pronta Alessandro e suo fratello Michele (quest’ultimo alla ricerca di carpe).
Abbiamo aiutato ad “apparecchiare” tutto il necessario per la pescata, studiando con attenzione come Alessandro bosasse le eche e poi abbiamo iniziato a prepararci per la notte.
Proprio mentre Alessandro ci spiegavi le caratteristiche che deve avere una canna da break line la canna centrale delle tre posizionate ha sbreakkato con violenza. Lino che era il più vicino di noi ha afferrato subito la canna iniziando a recuperare (Sono volati subito rimproveri sulla ferrata poco convinta e sul metodo di recupero). Dopo poco il primo pesciotto della nottata è arrivato a riva senza particolari problemi, foto di rito e poi via.
La seconda sbreakkata l’abbiamo avuta mentre inziavamo a preparare la griglia per la carne, questa volta Alessandro è stato il primo ad arrivare sul picchetto con una prontezzadi riflessi che mi ha stupito. Dopo la ferrata mi ha passato la canna avvertendomi:
È bello incazzato
Probabilmente neppure lui all’inizio si era reso conto delle reali dimensioni del baffone, infatti il pesce intervallava furiose testate a momenti in cui seguiva l’esca senza fatica. Tanto da avermi fatto pensare di averlo perso ad un certo punto. Una volta portato in superficie però abbiamo visto una scodata che non lasciava dubbi. Era grosso.
Con un combattimento che sinceramente credo che non dimenticherò tanto presto ho portato il siluro sottoriva. Alla vista della riva il bestione ha dato ancora un paio di sfuriate decise e poi si è lasciato issare sul materassino per la slamatura da Alessandro e suo fratello.
Soddisfazione indescrivibile per questa cattura che mi era rimasta sullo stomaco già da parecchio tempo. Alla bilancia il baffone ha misurato 45 kg per 172 cm non certamente un over, ma neppure un pesciotto. Dopo le foto di rito e le cure di Alessandro che definire amorevoli sarebbe riduttivo, il siluro è tornato libero al suo fiume e noi alla nostra cena.
La nottata ha portato un altro silurotto di modeste dimensioni per Alessandro (mi dispiace averti soffiato il big della serata 😛 ) e due sbreakkate a vuoto che hanno finito per farci finire il vivo che avevamo con noi prima del dovuto. Visto l’andazzo probabilmente se non fossero finite le esche avremmo passato una nottata a fare dentro e fuori dalle tende. Tutto sommato non è andata poi tanto male neanche così.
Alla fine è stata un’esperienza davvero fantastica. Pescando con qualcuno realmente esperto di questo predatore ho capito molte cose sbagliate nell’approccio che avevo usato con il siluro, inoltre bisogna ammettere che Alessandro è stato davvevo capace di risvegliarmi la curiosità per queste tecniche di pesca che fino ad oggi avevo sempre ignorato. Sicuramente un’esperienza da rifare e una pesca da approfondire.
Complimenti per l’articolo. Molto interessante. Continuate così