Non so voi ma io nelle ultime settimane ho dovuto combattere con un’influenza galoppante e soprattutto con un freddo che cerca di entrarti fin dentro le ossa.
Quando ci sono queste temperature così rigide andare a pesca potrebbe non essere sempre comfortevole e sapere come vestirci adeguatamente sarà importantissimo!
E non sto parlando solo di chi va a pescare in libera, magari in ambienti rigidi come la montagna o magari in mare in barca con delle raffiche di vento spaventose. Ma anche di chi va semplicemente a pescare in laghetto la domenica.
Infatti bazzicando un po’ questi ambienti e i campi gara delle varie competizioni di Trout Area negli ultimi anni ne ho viste di tutti colori: Da chi si cerca di copriree con 10 strati di pile a chi viene a pescare con la tuta da sci stile anni 80. E non parliamo dei casi in cui magari viene giù qualche goccia d’acqua… li andiamo a rasentare spesso il ridicolo!
Però posso assicurarvi che anche in laghetto il freddo sa colpire con violenza e fare veramente male, soprattutto la mattina alle 7 mentre stai cercando di rifare i nodi ai tuoi terminali prima di una gara.
È da diverso tempo che sto facendo varie prove e test utilizzando diverse tipologie di abbigliamento, più o meno tecnico, per cercare di riuscire a trovare il giusto equilibrio tra comfort in pesca e libertà nei movimenti; magari con un occhio di riguardo anche al portafoglio.
Una delle primissime cose che ho capito è che prima di pensare a come vestirci dovremo cercare di prevedere quello che faremo una volta arrivati sul luogo di pesca.
Cerco di spiegarmi meglio: sarà molto diverso se andiamo a pescare in laghetto ad esempio dove faremo una pesca più statica e ferma che se andiamo in montagna dove magari ci terremo sempre in movimento.
Una delle parole chiave infatti che dovremo tenere bene in mente quando ci prepariamo per andare a pesca è TRASPIRABILITA’.
Se ci attende una pescata più statica e ferma potremo tenere meno in considerazione questo fattore, ma se invece ci attende una pescata più dinamica dovremo farci molta attenzione. Usare capi traspiranti ci aiuteranno sicuramente a tenerci asciuti e quindi anche ben riscaldati.
Questo è solo un’esempio, però ci permette di capire molto bene quanto sia importante saper scegliere l’abbigliamento corretto in base a quello che ci aspetterà in pesca.
Cominciamo adesso ad entrare più nel dettaglio vedendo come organizzarci.
Le scapre
Il primo capo d’abbigliamento che dobbiamo avere subito ben a mente saranno le nostre calzature! Infatti tutto parte dai piedi.
Se ci pensiamo le scarpe saranno il nostro primissimo strato a contatto con il suolo e quindi anche con tutto ciò che potrebbe trasmetterci freddo.
Inutilie dire quindi che dobbiamo scegliere una calzatura adatta a tenere i nostri piedi al caldo e soprattutto asciutti. Importantissimo scegliere calzature impermeabili se per terra rischiamo trovare acqua o fango.
L’imbottitura non sarà un elemento fondamentale se sappiamo scegliere bene le nostre calze, però in inverno potrebbe darci decisamente tanto comfort, soprattutto se peschiamo ad esempio in barca, dove staremo sempre fermi.
Una volta che saremo sicuri di essere ben isoltati dal suolo possiamo pensare a come coprire il resto del corpo.
Il primo strato: L’intimo termico
Il primissimo strato che starà a contatto diretto con la pelle sarà l’intimo termico. Questo strato è importantissimo perchè agevola l’espulsione del sudore, favorisce la traspirazione e la rapidità di asciugatura oltre a garantire un microclima interno ottimale.
Quindi potete capire anche voi come la scelta dell’intimo termico sia importantissima.
Come ho detto prima anche in questo caso dovremo scegliere l’intimo in base a quello che dovremo affrontare. Esistono infatti capi più leggeri e traspiranti, pensati per chi pratica attività più dinamiche e modelli più pesanti, che magari mettono la traspirabilità in secondo piano rispetto magari ad un maggiore comfort e calore anche per chi invece dovrà praticare attività più statiche.
La prima tipologia è anche quella che suggerisco sempre di utilizzare anche quando dobbiamo usare un waders. Infatti, come avevo già detto in un recente video sui Waders Middle Fork di Patagonia, è assurdo pensare di utilizzare un waders senza l’ausilio di un intimo termico.
Ad esempio, un ottimo intimo termico di questa tipologia che potete trovare su Tuttospinning è il First Skin di Vision. Perfetto per chi deve praticare attività all’aria aperta ed è in continuo movimento.
Se invece siete alla ricerca di un intimo termico più pesante, per tenervi al caldo anche quando non state in costante movimento, io negli ultimi periodi sto usando questo particolare capo di Cierre Sport, però ve lo sconsiglio altamente se dovrete anche solo fare dei leggeri spostamenti durante la vostra pescata.
Infatti con il suo interno felpato il surriscaldamento è praticamente una certezza se restate in costante movimento, e rischiereste di fare la sauna. Però è perfetto ad esempio se andate a fare delle pescate in laghetto le mattine d’inverno.
Lo strato intermedio: Felpe e Pile
Una volta trovato l’intimo termico più adatto a noi dovremo passare a quello che è lo strato intermedio. Qui ho visto fare le peggio cose, come ad esempio andare in sovrabbondanza di felpe e pile che è una cosa sbagliatissima!
Se vi ricordate la parola chiave di cui abbiamo parlato prima è TRASPIRABILITA’ e ad ogni strato che andremo ad aggiungere andremo a compromettere sempre di più la traspirabilità del nostro outfit.
Se poi andassimo a scegliere capi realizzati con tessuti poco performanti rischieremmo di andarci a mettere addosso un quintale di vestiti inutilmente. Con tutto quello che ne consegue: quindi sudore, scomodità nei movimenti e poca versatilità.
La soluzione è quella di optare che capi tecnici pensati per chi pratica attività all’aperto anche con temperature molto rigide. La scelta di materiali performanti sarà essenziale e qui le aziende del mondo autdoor di montaga la fanno un po’ da padroni. Infatti negli ultimi anni queste aziende continuano ad utilizzare sempre più tecnologia applicata al mondo dell’abbigliamento.
Ne è un’esempio Patagonia che è sempre molto attenta alle esigenze di chi vive e fa sport all’aria aperta. Guardiamo per esempio il pile R1, diventato ormai un grande classico, e soprattutto dalle altissime prestazioni.
Infatti questo pile, grazie alla particolare trama del tessuto R1 di Patagonia è l’ideale come strato intermedio se dobbiamo pescare in movimento.
La versione da pesca del R1 inoltre presenta delle parti rinforzate sul ventre, che idealmente è la parte che deve entrare nelle salopette o nei waders, e sulle spalle.
Un buon intimo termico, unito ad un pile di questo tipo potrebbe essere sufficiente a tenerci al caldo nelle fredde giornate d’inverno, ma se siamo particolarmente freddolosi o se dobbiamo affrontare temperature più rigide potremmo optare anche per un pile meno traspirante ma più caldo come il Better Sweater sempre di Patagonia.
Posso garantirvi che questo pile è qualcosa di eccezionale, lo scorso weekend infatti lo indossavo mentre stavo sistemando la barca all’aperto e, non solo non ho praticamente sentito freddo mentre lavoravo, ma addirittura a un certo punto mi sono sentito fin troppo accaldato. E pensate che sotto non indossavo neppure un intimo termico, ma soltanto una semplice maglietta di cotone.
Già solo così potremo affrontare tranquillamente le temperature rigide dell’inverno, se però ci dovessimo trovare ad affrontare magari giornate di vento o di pioggia il semplice pile non sarà assolutamente sufficiente. Dovremo infatti optare per un ulteriore strato che ci possa proteggere ulteriormente.
Ulteriore strato: Soft Shell, Hard shell e piumini
Nel caso di solo vento potrebbe essere sufficiente optare anche solo per un normale soft shell o magari per un piumino, come il Nano Puff Vest di Patagonia che ci proteggerà dal vento lasciandoci comunque molta libertà di movimento.
Se invece dovessimo incontrare anche la pioggia qui la situazione si farà più complicata e dovremo optare per quelli che volgarmente vengono chiamati gusci esterni. Una giacca impermeabile dalle buone prestazioni che ci tenga ben asciutti e isolati dalla pioggia.
Qui il fattore traspirabilità diventerà veramente importante, perchè non basterà avere una giacca che tenga fuori l’acqua che vien giù dal cielo; ma anche che trasporti fuori quanta più umidità possibile che generiamo col nostro corpo ad esempio con la sudorazione, solo così potremo restare veramente asciutti.
Se avete visto qualche mio video in pesca saprete benissimo che io al momento utilizzo una Geoff Anderson Raptor 4, modello che già da qualche annetto è stato sostituito dalla Raptor 5 ma che, nonostante la abbia maltrattata continuamente, mi rende ancora un servizio eccezionale.
Per cui non posso non consigliare questo modello dell’azienda danese, magari optando appunto per la nuova versione che è stata ulteriormente migliorate.
Se siamo un pochino più esigenti in fatto di traspirabilità e magari vogliamo una giacca veramente dalle altissime prestazioni potremmo invece optare per la Patagonia River Salt jacket, realizzata in tessuto H2No, il tessuto proprietario di Patagonia a 2,5 strati completamente impermeabile, anti-vento, traspirante e altamente comprimibile. Un tessuto tranquillamente paragonabile al più famoso Goretex, se non addirittura di livello superiore.
I pantaloni
Parlando invece di quello che riguarda la parte inferiore del nostro corpo, anche qui dovremo valutare le condizioni climatiche che affronteremo. Anche se in realtà io per un pescatore consiglierei comunque di guardare un capo che sia almeno idrorepellente se non addirittura impermeabile.
Questo perchè pescando le nostre saranno comunque sempre a stretto contatto con l’acqua, e basterà veramente un niente per bagnarci e dover passare il resto della giornata di pesca con le gambe umide. Un pantalone che possa almeno salvarci da semplici schizzi d’acqua o che ci tenga asciutti anche solo se ci inginocchiamo su una sponda fangosa per guadinare un pesce sarà fondamentale.
Ovviamente saranno quindi da abolire pantaloni della tutta che non ci isolerebbero per niente.
Io nella mezza stagione utilizzo molto i miei Yum Pant di Geoff Anderson che, anche se non sono completamente impermeabili, ma solo idrorepellenti, riescono comunque a far scivolare via l’acqua abbastanza velocemente senza farla arrivare a bagnare il mio intimo termico.
Inoltre quando la stagione si fa più freschina posso metterci tranquillamente sotto uno strato intermedio più caldo. Anche se quando il freddo o le condizioni climatiche si fanno più rigide lo Yum non sarà più sufficiente.
Io personalmente spesso, con condizioni più estreme non mi faccio troppi problemi a passare al waders, anche perchè utilizzo un waders solo pantalone come il Vision Ikon 2.0. Però capisco che questa scelta possa essere un pelo impegnativa, sia dal punto di vista economico che da quello pratico.
Chi preferisce magari utilizzare un patalone potrebbe guardare ad esempio gli Zoon 4 sempre di Geoff, che gli garantirebbero anche una buona impermeabilità.
Conclusioni
Come avete visto imparare a scegliere il giusto abbigliamento tecnico non è una cosa proprio banale… Anzi!
Saper scegliere il giusto outfit e soprattutto i giusti capi tecnici è importantissimo e può fare la differenza tra una giornata di pesca disastrosa e passata tutta in sofferenza ed una stupenda giornata di pesca!
Se siamo a nostro agio e in totale comfort allora pescheremo anche meglio e potremo concentrarci sulla pesca. Inoltre… andare a pesca quando le condizioni climatiche non sono proprio favorevoli potrebbe farci scoprire delle gran belle sorprese!
ciao complimenti per lo spot i pesci e tutto il resto.
La pesca a mosca richiede moto allenamento e dedizione si vedeva che eri un pò arrugginito ma non è colpa tua se non hai preso nulla,i pesci stavano sotto.