Di bracconaggio nelle acque interne se ne è parlato spesso su queste pagine, e pare che negli ultimi mesi la discussione sia arrivata anche su altri tavoli di lavoro. La Fipsas ha recentemente tenuto anche diversi incontri sull’argomento, e da qualche tempo si fa un gran parlare anche di un progetto politico per cercare di trovare rimedio a questa piaga.
In tutto questo maremagnum di informazioni, di idee e di progetti, c’è anche una proposta che ha attirato la mia attenzione perchè nasce proprio dall’idea di dare il prima possibile uno strumento adeguato alle autorità per poter intevenire contro i bracconieri.
Si tratta della proposta che il Movimento 5 Stelle a presentato durante l’ultima fiera di Ferrara lo scorso dicembre. Così ho contattato Vittorio Ferraresi, capogruppo in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati del M5s e portavoce per questo progetto e ho chiesto di darci qualche spiegazione al riguardo
Intervista a Vittorio Ferraresi del Movimento 5 Stelle su bracconaggio e possibili soluzioni
Buongiorno Vittorio, abbiamo sentito parlare della vostra proposta per combattere il bracconaggio nelle nostre acque interne e ci piacerebbe approfondire il discorso. Prima però facciamo le dovute presentazioni: spiegaci chi sei e di cosa ti occupi.
Buongiorno, mi chiamo Vittorio Ferraresi, ho 28 anni e sono un Parlamentare del Movimento 5 Stelle, capogruppo in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati. Vengo da Finale Emilia (MO) ma ho studiato a Ferrara dove ho iniziato la mia attività politica. Mi occupo di giustizia a 360°, in particolare del settore penale, ma anche di ambiente e territorio.
Prima di parlare nello specifico del progetto M5S, saprai certamente che già da diversi mesi si fa un gran parlare di progetti anti bracconaggio. Cosa ne pensi?
Penso che sia una cosa positiva, la battaglia è giusta e non deve avere colore politico. Penso però che in tutti questi anni tanto poteva essere fatto per sventare il disastro ambientale, ma chi ne aveva la possibilità avendo il governo del paese non ha concretizzato nulla, ci troviamo quindi sempre con il solito discorso di belle parole e pochi fatti.
Dunque, arriviamo al sodo: il M5S ha un suo progetto per combattere il bracconaggio, di cosa si tratta e come si differenzia da quelli già visti?
La differenza è che in questo momento non possiamo più aspettare lunghi iter legislativi, soprattutto essendo consapevoli che in minoranza le chance di fare passare queste proposte sono davvero poche.
Un terzo del patrimonio ittico esistente del mio territorio è andato perso, habitat deturpati, mercato legale messo in crisi, salute a rischio. Serve un intervento che dia risposte e strumenti nuovi subito, in attesa di una riforma complessiva che possa affrontare il tema pesca in acque dolci attraverso le sanzioni, l’igiene ed il mercato.
La nostra proposta prevede di agire subito attraverso la modifica del decreto legislativo 9 gennaio 2012, n.4 riguardante la pesca marittima, già in discussione in queste settimane in Commissione Agricoltura. Come?
Per prima cosa bisogna estendere la portata applicativa e la rilevanza penale delle norme sulla pesca professionale non solo alle acque marine, bensì alle acque salmastre e dolci, categorie, queste ultime, già ricomprese all’articolo 2 del medesimo decreto legislativo nella definizione di ‘pesca professionale.
Specificare che il divieto di “danneggiare le risorse biologiche delle acque marine con l’uso di materie esplodenti, dell’energia elettrica o di sostanze tossiche atte ad intorpidire, stordire o uccidere i pesci e gli altri organismi acquatici” valga anche per le acque dolci ovvero salmastre.
Infine inserire un nuovo caso espressamente dedicato alla pesca di frodo in acque interne, ovvero quando la pesca professionale sia svolta “con strumenti, attrezzi, apparecchi ovvero mezzi che per quantità ovvero caratteristiche si pongano in violazione della normativa in vigore”, visto che con la scusa della pesca i bracconieri la fanno franca.
Con questi tre interventi avremo uno strumento nuovo ed efficace per le forze dell’ordine con sanzioni penali che possano bloccare in tempi rapidi la devastazione del nostro territorio.
Poi con più calma bisognerà intervenire per garantire più forze e risorse alle forze dell’ordine che operano su questa materia nonché regolamentare meglio i criteri di igiene e controllo del mercato ittico.
Questi tre interventi darebbero alle forze dell’ordine nuovi ed ulteriori strumenti per combattere efficacemente il bracconaggio nelle acque interne, andando incontro ad uno stop della devastazione delle nostre acque, alle attività di pesca sportiva ed aiutando inoltre i pescatori che lavorano nel rispetto delle regole. E per questo chiediamo il massimo sostegno da parte di tutte le forze politiche e delle associazioni nonché degli esperti del settore per IMPEGNARE I PARLAMENTARI IN COMMISSIONE AGRICOLTURA ed il GOVERNO a votare FAVOREVOLMENTE A QUESTE TRE PROPOSTE.
So che siete stati a parlarne alla fiera di Ferrara, come è andata?
Anche con poco preavviso la conferenza stampa alla Fiera di Ferrara Carpshow è stata positiva, ad ascoltare associazioni di pescatori ed esperti del settore con cui abbiamo preso contatti per lavorare insieme. Inoltre la fiera di quest’anno era proprio dedicata al contrasto del bracconaggio.
Lasciamoci con qualcosa di concreto, quando pensate che potremo leggere finalmente che questo progetto è passato?
Già da Gennaio 2016 si potranno avere i primi voti in Commissione Agricoltura sugli emendamenti a mia prima firma contenenti le proposte che ho già depositato. Cercheremo di convincere Governo e maggioranza che sono proposte di buon senso, ma ci serve il sostegno di tutti!