Se ne sente parlare già da diverso tempo: I pescatori del centro e del sud Italia la conoscono già da diversi anni, mentre qui al nord Italia è arrivata solo sul finire della stagione 2014/15 di pesca alla trota in laghetto, quindi sul finire dell’inverno.
Se parlate con un pescatore a spinning della prossima stagione invernale quasi sicuramente vi dirà che sta pensando di dedicarsi a questa trout area, una nuova tecnica di pesca (che poi tanto nuova non è) , o se preferiamo una nuova moda, che ci arriva direttamente dal Giappone.
Ma cosa è la trout area di cui tutti parlano? E perchè sta spopolando tra i pescatori con le esche artificiali amanti della pesca alla trota in laghetto tanto da giustificare la nascita di vere e proprie community italiane dedicate alla trout area.
Trout Area: Il Catch and Release applicato alla pesca alla trota in laghetto
Cominciamo a parlare della trout area partendo da quella che è la caratteristica principale di questo approccio alla pesca alla trota in laghetto: il Catch and Release assoluto!
Il rilascio del pescato, con la massima cura possibile, è infatti uno dei principi cardine su cui si basa tutta la filosofia della trout area. Per tanto è previsto l’utilizzo esclusivo di artificiali armati di ami singoli senza ardiglione e di guadini con la rete in gomma per non rischiare di rovinare le trote.
Inoltre, sempre per agevolare il rilascio delle trote catturate, i pescatori di trout area utilizzano spesso uno strumento che incuriosisce sempre molti pescatori e diventato un po’ il simbolo di questa tecnica di pesca: il releaser. Un piccolo attrezzo costruito con un ferro piegato per aiutarci a slamare la trota direttamente in acqua, senza doverla neppure toccare.
Le esche utilizzate nella trout area
Come abbiamo detto nella trout area si utilizzano esclusivamente esche artificiali di dimensioni molto ridotte, per cui potremmo anche vederla come una evoluzione della pesca a spinning ultralight.
Ma non tutte le esche artificiali sono ammesse nella filosofia della trout area, ed è in questa particolarità che si differenzia da altre tecniche di pesca a spinning come ad esempio lo street fishing (molto in voga tra i pescatori italiani negli ultimi anni). Nella trout area infatti sono bandite esche siliconiche, esche rotanti e ogni altra esca armata di ancorette.
Le uniche esche consentite sono quindi ondulanti (o spoon in inglese) e piccole hard bait come minnow, piccoli crank bait o minuscoli jerk. Tutte rigorosamente armate di amo singolo senza ardiglione!
Le canne da pesca e le attrezzature usate nella trout area
Per pescare con queste esche così piccole è chiaro che dovremo attrezzarci con canne da pesca idonee, capaci di lanciare e gestire aritificiali molto piccoli e fili molto sottili. Vediamo quindi quali sono le caratteristiche più idonee ad una canna da trout area.
I pescatori di trout area più virtuosi pescano ovviamente con canne da pesca giapponesi, anche se negli ultimi anni le case produttrici che si sono interessate a questo tipo di tecnica sono moltissime e non solo nipponiche. In questo articolo non mi dilungherò su marche e modelli delle canne da trout area migliori, probabilmente ne vedremo qualcuna nei prossimi articoli dedicati a questa tecnica. Preferisco invece concentrarmi sulle caratteristiche principali che una buona canna da trout area deve avere.
Nella trout area si usano ovviamene canne da spinning, anche se negli ultimi anni si cominciano a vedere pescatori utilizzare attrezzature per la pesca a casting. Nello specifico si utilizzano canne che vanno da una lunghezza minima 5’6″ (167 cm circa) a massimo 6’6″ (198 cm cierca). In certi casi, soprattutto se si pesca in laghi molto grandi, si può arrivare fino a canne da 7′ (213 cm circa) ma è un caso molto particolare. Possiamo dire che una canna da pesca di lunghezza intorno a 6′ (182 cm circa) è un’ottimo compromesso. Una all around che può coprire bene la maggior parte delle condizioni che potremmo trovare.
Oltre alla lunghezza la caratteristica che dovremo tenere bene a mente sarà l’azione della canna da pesca. Nella trout area si utilizzano canne molto morbide, con azioni XUL o UL e capaci di gestire esche con grammature massimo di 5 gr. Fate molta attenzione a non confondere queste canne con quelle utilizzate nel rock fishing, simili per le caratteristiche ma con azioni molto diverse.
Ovviamente, a canne da pesca così leggere dovrete unire mulinelli adeguati. La nostra sceltà dovrà ricadere sulla classica misura 1000 o massimo 2000, mulinelli quindi molto leggeri. In bobina monteremo fili con carichi di rottura intorno alle 4 lb (1.8 kg circa). Da preferirsi trecciato a cui faremo un terminale in fluorocarbon oppure, per i più pigri (come me), del buon fluorocarbon diretto.
Trout area, una tecnica di pesca alla trota che ci arriva dal Giappone
Come abbiamo detto questa tecnica (anche se trovo più corretto definirlo un “approccio” alternativo alla pesca alla trota in laghetto) è nata in Giappone. Potremmo fare mille discussioni sul fatto che la pesca a ondulante non sia una novità e che l’abbiamo inventata qui da noi, ma la trout area è proprio un modo diverso di approcciarsi alla pesca a spinning alla trota in laghetto.
Secondo alcune fonti i primi rudimentali pescatori di trout area furono dei soldati americani di istanza in Giappone nel secondo dopo guerra. Ovviamente la filosofia dell’epoca era molto diversa da quella che conosciamo oggi come trout area e che, si è andata via via delineando soltanto con l’avvento del ventunesimo secolo con la nascità di vere e proprie competizioni dedicate alla trout area.
Come vi ho detto già da un paio d’anni la trout area sta spopolando tra i pescatori del centro e sud Italia, questo perchè i laghetti di queste zone sono molto più simili ai laghetti di pesca sportiva presenti in Giappone. Piccoli specchi d’acqua, spesso scavati appositamente per la pesca sportiva, con sponde molto basse e agevoli e con molte trote di dimensioni spesso ridotte. Sono i tipici laghetti di pesca utilizzati dagli agonisti di trota lago per le loro competizioni.
Nel nord Italia invece abbiamo laghi molto diversi ed è per questo che la trout area è arrivata tardi qui da noi. I laghetti di pesca sportiva del nord Italia sono laghi nati da ex cave per l’estrazione della ghiaia. Si presentano spesso come specchi d’acqua molto grandi e con sponde molto alte. Non proprio le condizioni più agevoli per la trout area, ne sono un esempio i laghi Carcana. Tuttavia, nonostante queste caratteristiche, la potenzialità delle trout area è stata percepita anche dai pescatori del nord Italia. Infatti nelle ultime competizioni della passata stagione si sono cominciati a vedere i primi agonisti utilizzare attrezzature tipiche della trout area.
Come vedete si sono tutte le premesse per aspettarsi un inverno all’insegna della trout area. E voi? Avete già pensato a come passare il vostro inverno a pesca? La trout area potrebbe essere una valida alternativa!