Oggi parliamo del monofilo idoneo per la tecnica di pesca all’inglese che, essendo di per sé gia speciale non poteva che avere un monofilo speciale come seconda tipicità dopo la canna da pesca. La particolarità di questo filo è la sua composizione molecolare che lo rende “Sinking” cioè affondante. Il materiale che viene usato per la sua fabbricazione possiede un peso specifico a livello molecolare appunto, più pesante di quello dell’acqua che gli permette di affondare con un leggero colpo di mulinello o con la semplice trazione dello stesso mediante l’immersione del cimino in acqua.
Un altra caratteristica che deve possedere un buon monofilo da inglese è la scarsa elasticità, perché le ferrate a lunga distanza, converrete con me, devono essere il più reattive possibili. Questa scarsezza di elasticità però favorisce l’usura anzi tempo del monofilo che va cambiato dopo 5/6 pescate, perché lo stress da lancio e le sollecitazioni della pesca sono veramente forti.
Poi oltre a quanto sopra la mancanza di memoria meccanica e la colorazione scura sono particolari molto ben accetti anche se non indispensabili. Quindi, una volta individuato il modello del monofilo bisogna scegliere il diametro e la marca.
Le marche dei fili per la pesca all’inglese
Vi domanderete perché ho citato anche la marca, sempre perché sono convinto della bontà e della superiorità delle lavorazioni nostrane, aziende le nostre che nonostante la crisi tengono il mercato, e lo possono fare solo sostituendo la quantità con la qualità! Inoltre aggiungo che ogni casa ha i suoi prodotti con diversi carichi di rottura sia a strappo che sul nodo e diametri sovra e sotto dimensionati in base al loro utilizzo, faccio un esempio: La linea master di Trabucco (non affondante) proponeva uno 0,10 che alla misurazione con il micrometro risultava uno 0,109. quindi quasi un 0,11 ma nella linea Diamond della stessa casa lo 0,10 risultava 0,099 ovviamente con carichi di rottura differenti, questo per dirvi che se differenziano già cosi tanto i monofili tra serie diverse nello stesso catalogo, figuriamoci poi il libero mercato cosa consente fra concorrenti. Per finire il discorso in bellezza mi permetto in questo caso di suggerirvi le aziende di cui sono sicuro della bontà dei prodotti perché ho potuto provarli e mi sento di dire che Colmic, Trabucco, Tubertini, Milo sono in vetta alla classifica.
Quali diametri di filo scegliere?
Torniamo a parlare di pesca or dunque e nella fatti specie del diametro del filo per pescare all’inglese. Abbiamo già anticipato che il filo grosso fa troppo attrito quando scorre via tra gli anelli della match rod accorciando di conseguenza la distanza raggiungibile con il lancio. Inoltre aumentandone il diametro se ne aumenta anche la percentuale di memoria meccanica.
Cos’è la memoria meccanica?
È la capacità del filo di mantenere la curvatura data dalla lunga giacenza su corpi tondi come i rotoli di produzione e le bobine dei mulinelli. Quindi un filo è tanto più buono quanto più bassa è la sua memoria nel mantenere le spire curvate. Questa caratteristica è la principale causa delle fastidiosissime parrucche. Alla luce di queste problematiche le aziende di settore investirono nei primi anni 90 ingenti somme di denaro per la ricerca e lo studio di nuove soluzioni sino ad arrivare ai risultati odierni cioè fornire prodotti di piccolo diametro ma eccezionalmente resistenti rispetto al passato. Resistenti però, non vuol dire indistruttibili e quindi suggerisco un buon criterio nel decidere tenendo conto dei fattori sopra elencati.
Personalmente imbobino sempre filo di buona qualità dello 0,14 perché è il giusto compromesso, è un diametro di fascia medio bassa ma abbastanza robusto da sopportare, con l’aiuto di una buona canna e un buon mulinello, anche un grosso pesce. Ha una percentuale di memoria meccanica bassissima statisticamente infatti problemi di parrucche iniziano a presentarsi dal diametro successivo in poi, non produce un forte attrito e riempie bene la bobina del mulinello.
Ultimi consigli
Ora passiamo ai consigli “dell’esperto” si fa per dire, che consistono in poche righe. Come vi dicevo utilizzate prodotti italiani, sono sinonimo di qualità e fanno bene alla nostra economia e siate oculati nelle scelte delle quantità. Chi come me deve caricare 4/5 mulinelli può optare per l’acquisto di rotoli di filo da 500 mt e più ma mi sento di sconsigliarlo perché non si è mai sicuri di quanti metri si caricano e potrebbe avanzare una quantità importante di filo nell’ordine dei 70/80 metri non sufficienti per caricare un ulteriore mulinello, quindi inutilizzabili e sarebbe uno spreco!
Solo rotoli classici quindi possibilmente da 150/200 mt. Inoltre diversificare i diametri è importante in base alle necessità io ne preparo sempre 6 perché tante sono le canne che allestisco per una sessione di pesca, 2 con lo 0,12 per la pesca corta 2 con lo 0,14 per uscire e 2 con lo 0,20 diretto senza shokleader per pescare con il galleggiante scorrevole a fondo, si perché anche con “l’inglese” si pesca a fondo. Quindi un nodo di giuntura limiterebbe tantissimo la regolazione della profondità, ma ancora più ovvio è il fatto stesso di cercare il pesce sotto, che richiede poi di doverlo salpare strappandolo dai fondali anche con generosa decisione. In gergo questa operazione si dice “pompare il pesce” per via dei continui abbassamenti della canna verso l’acqua recuperando velocemente per poi tirare nuovamente la canna in verticale davanti al viso. Queste operazioni richiedono set up di attrezzatura abbastanza strong!
Ricordate sempre, e non mi stuferò mai di ripeterlo, controllate sempre i carichi di ruttura e i diametri dei monofili prima di acquistarli perché dalla giustezza del compromesso ne va della buona riuscita della pescata, piuttosto consiglio di rinunciare ad acquistare 2 waggler in meno ma cambiare il filo quando notiamo che diventa opaco e brutto al tatto. Perdere un buon pesce per disattenzione ed incuria dell’attrezzatura è un cruccio che non voglio augurare a nessuno. Ovviamente poi al filo sinking che utilizzeremo vanno affiancati vari diametri per confezionare le montature e i terminali.