Ciao Ragazzi,
chi vi scrive è un vecchio garista a colpo (come mi descrivete nella presentazione dello staff), ma più che a colpo praticavo la pesca a passata con canne in vetroresina che partivano dai 2 metri per arrivare fino agli 8, e più aumentava la lunghezza, più la sensibilità era pari ad un manico di scopa.
La prima cosa che vi dirò è che sono molto orgoglioso di voi e del lavoro che fate per mantenere questo blog. Sono stupito che alla vostra età sia nata una passione così grande per il mondo della pesca che dai più viene additato come uno sport per vecchi o per pigri.
Oggi le cose sono cambiate, sia nell’attrezzatura, che nel modo di esprimersi: ai miei tempi si andava a cucchiaino a prendere boccaloni, persici ecc… Son cambiati anche tanti nomi, che a essere sincero faccio fatica a comprendere tante volte, oggi si va a spinning per cercare i Black Bass con canne di diversa grammatura e diversa sensibilità e magari utilizzando un Belly Boat. Io in queste parole ci vedo il futuro mentre io rappresento il passato.
Nel mio passato le cose erano veramente diverse, la mia prima licenza FIPSAS l’ho fatta nel 1974, avevo 14 anni e andavo a pesca nelle cavette intorno a Milano, poi arrivarono i primi amici con la patente e la mitica Renault 4 e si iniziava ad allontanarsi: Il Ticino, l’Adda, il Sesia, Il grande fiume.
Poi col passare degli anni arrivò la prima iscrizione ad una società di pesca, le prime gare, i tantissimi km fatti in auto per provare i campi gara, le litigate coi genitori quando ci si alzava molto prima dell’alba, acqua, vento, neve, nebbia. Niente e nessuno ci fermava.
La pesca una passione pura
Le prime gare, i tantissimi cappotti, le prime coppette, qualche medaglia sia individuale che in coppia; insomma qualcosa son riuscito a portare a casa fino alla fine degli anni ottanta.
Poi arrivò il tempo di farsi una famiglia con i problemi che questa comporta e intanto arrivò il carbonio e la pesca iniziò a costare; a pensarci bene la pesca è sempre costata, perchè nessuno ci regalava mai niente, al massimo qualche sponsor che per darci il contentino ci donava gli avanzi di magazzino.
Per varie vicissitudini ho abbandonato quasi completamente la pesca per 12/13 anni per poi ricominciare a pescare in mare e devo ammetterlo, ho trovato una vera e propria rivoluzione nel mondo della pesca: canne ultra leggere, fili, mulinelli con prezzi per tutte le tasche.
Ai giovani d’oggi posso solo consigliare di appassionarsi alla vera pesca, quella dove ti sporchi le mani e i cappotti sono dietro l’angolo.
Voi siete molto avvantaggiati rispetto a quando io avevo la vostra età, avete dalla vostra parte internet che vi permette di ricevere quante più informazioni possibili su spot e tecniche di pesca, molti consigli ve li può dare chi come me ha anni di esperienza e molti cappotti sulle spalle.
Gli inesorabili cappotti
Oggi, dopo 20 anni di distanza, molte cose sono cambiate e io purtroppo son rimasto troppo indietro. Nonostante questo quando si organizza una pescata tra amici, gli amici di merende secondo mia moglie, o i ragazzi dello staff posso garantivi che mi difendo ancora bene.
I cappotti c’erano ci sono e ci saranno sempre sia per chi è alle prime armi sia per chi è un campione ma l’importante è rendersi conto che sono parte integrante della pesca; se non ce ne fossero probabilmente la pesca non sarebbe la stessa cosa, diverrebbe anzi noiosa. Non demoralizzatevi ai primi cappotti e continuate a provare e riprovare, vedrete che i risultati arriveranno.
Si possono praticare tecniche diverse, pescare con gli artificiale o con le esche naturali, ma l’obbiettivo è sempre uno: prendere il pesce della vita quello che a ricordarlo dopo anni hai ancora la pelle d’oca.
La tutela dell’ambiente
Un ultimo argomento che voglio affrontare prima di salutarvi è la tutela dell’ambiente.
Alcuni della mia generazione da qualche anno cercano di insegnare il rispetto per la natura e non mi stancherò mai di ripeterlo: non abbandonate i rifiuti anche se è soltanto una bottiglia, un sacchetto, una lattina, non costa nulla buttarla in un cassonetto e lasciare l’ambiente pulito come l’abbiamo trovato. Questo piccolo gesto può aiutare, anche in una minima parte, a recuperare un ambiente ormai compromesso e non ancora abbastanza tutelato. Con la speranza di poter ritrovare lungo i nostri corsi d’acqua pesci che i nostri figli considerano ormai estinti.
In conclusione: pescate!
In queste righe ho scritto qualcosa del mio passato e ora mi rivolgo ai giovani, siete voi i fautori del vostro presente, parlate con i vecchi pescatori magari coi vostri nonni e/o padri, scrivete i vostri racconti e portate avanti questa fantastica disciplina.
Io da parte mia continuerò a seguire con molto interesse questo blog sperando che altri come me comincino a scrivere le loro esperienze passate e magari i giovani scrivano le loro prime esperienze in modo che nulla vada perso e la pesca continui a essere praticata.
Foto prese da http://oldfishingphotos.com/
grande…. il tuo articolo è davvero bellissimo… è bello leggere l’esperienza di una vecchia scuola che finalmente guarda al futuro con occhi di speranza, e alle nuove tecniche con curiosità, invece di accusare i nostri tempi piangendo su un periodo che non c’è più… grazie per averci accresciuto con la tua esperienza… firmato “commento di un nuovo garista” 😉