In questi ultimi giorni dell’anno ci siamo dati alla pesca sfrenata. Parola d’ordine, Trota.
Abbiamo cominciato il 27 dicembre con un’uscita sui Laghi Blu di Magenta in compagnia di Domenico, un vecchio compagnio di pesca assente da troppo tempo e che ha deciso di presentarsi con 15 minuti di ritardo, attrezzato solo di una canna per il galleggiante e di uno sgabello. Insomma, un pescatore della domenica professionista.
Arrivati sul posto abbiamo montato tutta l’attrezzatura e ci siamo messi all’opera. Il nostro vicino di pesca intanto ci ha informato che avremmo trovato trote molto apatiche e di piccola taglia, mostrandoci la sua unica misera cattura.
Messe le canne in acqua il primo a scappottare è Domenico che si deve alzare dallo sgabello per tirare fuori una trotella.
Poco dopo Lino incappa in altre due trote in fila catturate a spinning con un ondulante tiger dell’8.
Visti i risultati ottenuti da Lino decido anche io di cambiare artificiale innescando un ondulante dello stesso colore ma taglia 12, per poter uscire di più e scendere più velocemente sul fondo.
La scelta si è dimostrata subito ottima, infatti al terzo lancio ferro una trota davvero grossa che farà fermare la bilancia sui 3kg tondi tondi. Record personale per me.
Da segnalare la situazione tragicomica, quando Domenico afferra il guadino per aiutarmi e gli intimo di passarlo a qualcun’altro onde evitar spiacevoli slamate seguite da ancora più spiacevoli omicidi.
La giornata per me potrà ritenersi conclusa qui, infatti continuerò a battere la riva con il mio ondulante alla ricerca di un’altra big che però non si farà vedere.
Lino invece riuscirà a salparne un’altra grazie ad uno Sbirulino da 7 cm, un minnow targato Oldstomp Lures. Invece non si contano le catture di Domenico che con il suo galleggiate riempie per bene la nassa. Il galleggiante è sempre una certezza in certe situazioni.
Il giorno successivo invece salgo a Varese per portare mia sorella in vacanza e colgo l’occasione per una toccata e fuga pomeridiana in solitaria in un posto che mi affascina sempre e che l’estate scorsa mi ha regalato un paio di catture molto interessanti: Il laghetto Fonteviva in Valganna. La battuta di pesca inizia con qualche lancio su un gruppo di trote che restano belle imbragate in centro laghetto. Sembrava che però schivassero bruscamente qualsiasi artificiale gli lanciassi.
Preso dallo sconforto dopo una delle due ore a disposizione prima del buio, decido di studiare meglio come pescano i presenti, cercando qualcuno che stia facendo qualche cattura. Risultato pessimo, l’unico che ha tirato su un paio di trote è un ragazzo, a mosca, che sta pescando praticamente schiacciato contro la rete infondo al laghetto. Guardo la canna da mosca e inesorabilmente decido di fare questa figuraccia.
Monto tutto e inizio a lanciare, cercando di far arrivare il mio streamer davanti a qualche trota di passaggio. Niente di che.
Dopo una buona mezz’ora di tentativi, il moschista che avevo visto prima, mosso probabilmente da compassione mi si avvicina e mi da due dritte su come lanciare. Le dritte includono anche un paio di consigli sull’attrezzatura per cercare le trote in laghetto: canna più lunga e che lanci esche più grosse, coda affondante e, se volessi continuare con la mia canna, mosche decisamente più piccole.
Insomma mi sono sentito un pirla.
Il giorno successivo resto ammaliato dal termometro che segna 14 gradi, così decido di scendere sul lago di Varese per cercare qualche bass, dopo aver fatto una capatina al negozio Clan di Mornago per un po’ di shopping e qualche cosiglio sugli spot per il Varese.
Arrivo intorno alle 10 a Gavirate, parcheggio e mi fiondo sulla riva, alla ricerca di un anfratto per passare in mezzo ai canneti. Inutile dire che di catture neanche l’ombra, il sole alto e l’acqua limpida non sono stati di certo di buon aiuto, ma soprattutto ho scoperto che il lago di Varese è davvero poco praticabile a piedi. Ci sono un paio di spot interessanti ma per godersi a pieno il lago servono sicuramente una barca o un belly.
Appuntamento con il bass varesino rimandato quindi a questa primavera.
Sul rientro a casa riesco a fare ancora due lanci in un piccolo laghetto che mi ha sempre affascinato e che si presenta con bellissimi canneti che sarebbero ideali per il bass.
Anche qui la necessità di un belly per raggiungere le sponde del laghetto si fa sentire molto forte. Non riesco a fare nessuno cattura, ma riesco a recuperare un artificiale Rapala impigliato ad un cespuglio poco distante. Questo recupero mi fa giustamente pensare che predatori nel laghetto ci siano, infatti più tardi trovo conferma presso un mio amico: Lucci. Appuntamento rimandato al 2013 anche per questo stupendo specchio d’acqua.
L’ultimo giorno dell’anno decidiamo di passarlo pescando ai Laghi Carcana, dove l’amico Lino nei giorni precedenti, è riuscito a fermare la bilancia intorno ai 3.1kg con un bellissima trota catturata in situazione di apatia totale.
La giornata non è cominciata sicuramente con i migliori auspici, sul posto veniamo accolti da una ennesima situazione di apatia. I pescatori a galleggiante e a striscio si lamentano per il bassissimo numero di catture, per molti zero. Non ci diamo per persi per cominciamo la ricerca delle trote.
Le prime ore passano inesorabilmente solo con un trota slamata per me e una catturata per Lino, almeno fino a rilascio. Da li in poi per noi (ma soprattutto per me) si è aperto uno spettacolo inimmaginabile.
Dopo una decina di minuti dal rilascio io catturo una bellissima trota di 2.5kg con uno sbirulino Oldstomp prestatomi da Lino e che mi fa guadagnare un mulinello al gioco della ruota, marchio di fabbrica dei laghi Carcana.
Poco dopo ne tiro a guadino un’altra sul kg e poi un’altra ancora leggermente più grossa, quest’ultima salvata in estremis dall’ormai esperto guadinatore Lino che si ritrova con la trota slamata appena entrata nel guadino.
Situazione divertentissima quando le mie catture spingono tutto il laghetto 3 dei Carcana a pescare a spinning. Persino i pescatori più anziani vanno sul fondo della borsa alla ricerca di qualche cucchiaino o qualche pesciolino da attaccare alla loro canna. Ma lo spinning purtroppo non è una tecnica che si improvvisa così.
Concludiamo così il 2012, con delle bellissime catture e sperando che siano di buon’auspicio per l’anno prossimo.
Un grazie a tutti i lettori che ci hanno seguito in questa nostra avventura via web e che lo faranno sicuramente anche nel 2013, aiutandoci a crescere sempre più, magari anche scrivendo qualche articolo interessante.
Auguri a tutti!