Nonostante la Trout Area non preveda il solo utilizzo dei tanto acclamati spoon, i micro ondulanti armati di amo singolo senza ardiglione, in rete e anche nei laghetti di pesca non è raro che qualche pescatore chieda quale sia l’ondulante da usare in una determinata situazione e in condizioni particolare.
Bisogna ammettere che l’ondata di prodotti di importanzione giapponese che ha investito l’italia nell’ultimo anno può creare confusione e dubbi anche in un pescatore più che navigato. Come se non bastassero le decine di marchi e di prodotti diversi dedicati alla Trout Area, esistono anche veramente un’infinità di forme, colori e altre variabili a cui fare attenzione quando si sceglie quale ondulante usare.
Lo scopo di questo articolo è quello di cercare di dare un iniziale approfondimento, secondo quella che è la mia esperienza personale, della pesca con gli spoon da Trout Area. In modo anche da poter sviluppare una discussione costruttiva e utile ai pescatori che vogliono andare oltre al semplice lanciare e recuperare un ondulante a casaccio. Per cui ben vengano consigli e critiche.
Le caratteristiche principali di un ondulante da Trout Area
Innanzitutto dobbiamo cercare di fare una distinzione su quelle che sono le caratteristiche principali che contraddistingue uno spoon specifico per la Trout Area da un qualsiasi ondulante.
- Come certamente saprete Trout Area è anche sinonimo di light spinning, per cui gli ondulanti che andremo ad utilizzare sono di misure e pesi molto ridotti. Si parla di ondulanti che vadano da meno di 1 grammo fino ad un massimo di 4 grammi. In alcuni casi molto particolari si può arrivare anche a 5 grammi.
- Gli spoon specifici per la Trout Area sono armati con amo singolo senza ardiglione. Questo perchè il concetto che sta alla base della Trout Area è quello del Catch & Release quasi a livello maniacale: Il pesce catturato viene catturato viene rilasciato immediatamente, addirittura senza che questo venga toccato dal pescatore.
Questo significa che tutti quegli ondulanti nati con forme e misure simili a quelle degli spoon da Trout Area, ma armati con ami muniti di ardiglione o di micro ardiglione sono in realtà esche nate per la pesca che i giapponesi chiamano native e che altro non è che la nostra pesca alla trota in torrente, ovviamente sempre con una declinazione ultra light. Ne sono un esempio lampante lo Smith Pure e il Molix Trout Spoon, due ondulanti che hanno fatto molto parlare di se in passato e che hanno tratto in inganno più di un pescatore, me compreso. - Gli ondulanti da Trout Area non hanno assolutamente ami dressati. Per cui vietate piume e altre modifiche che ne possano modificare nuoto e presentazione.
Una delle regole che ultimamente sta facendo parecchio discutere i pescatori che si stanno affacciando per la prima volta alle competizioni di Trout Area è il divieto ad utilizzare esche auto-costruite.
Ovviamente questa regola è valida solamente per coloro che intendono partecipare ad una competizione agonistica, e in effetti si presta facilmente ad essere fraintesa. Il motivo per cui nelle competizioni di Trout Area si cerca di limitare l’uso di esche auto-costruite è perchè si cerca di dare più valore possibile alle singole capacità del pescatore, cercando di evitare che la chiave del successo sia una particolare esca che gli altri non potevano avere essendo costruita artigianalmente. Una filosofia che tutto sommato credo abbia una sua logica.
Le tre grandi famiglie di spoon per la Trout Area
La prima grande divisione che mi piace fare tra gli ondulanti da Trout Area si basa sulla loro forma. Esistono decine di forme diverse, più o meno orginali, di ondulanti specifici per la Trout Area, ma a grandi linee possiamo racchiuderli tutti in tre grandi famiglie:
Ovviamente come vi dicevo questa suddivisione è molto personale e molto semplificativa, ma personalmente la trovo molto utile per cercare di fare mente locale sul movimento e la presentazione che un ondulante avrà in acqua.
Quando usare gli ondulanti da Trout Area corti e larghi
Questa particolare forma permette agli ondulanti, anche di peso molto ridotto, di affondare più velocemente rispetto alle altre famiglie. Per cui è ottimo per sondare i fondali e gli strati più bassi della colonna d’acqua.
Questa particolare forma inoltre, nella mia fantasiosa testa, è molto simile a quella di un classico pellet, a cui le trote di allevamento dovrebbero essere abituate. Sempre secondo la mia personale convinzione le trote dovrebbero essere abituate a trovare i pellet appoggiati sul fondale per cui questa cosa potrebbe attirarle anche quando sono più apatiche.
Bottom Fishing: una piccola chicca che ci arriva dall’oriente
Negli ultimi periodi mi è capitato di vedere parecchio materiale video che ci arriva direttamente dal giappone. Per quanto trovi evidenti difficoltà a capire la lingua parlata però le immagini parlano molto chiaramente. In giappone si è sviluppato un approccio completamente diverso per la pesca con questo tipo di ondulanti, loro lo chiamano Bottom Fishing e da noi ho notato che è ancora poco conosciuto.
Ho provato a cercare informazioni in merito e a fare alcune prove, e ho potuto constatare che questo approccio è veramente interessante. Qui di seguito vi metto un breve video in cui viene mostrato come bisogna far lavorare l’esca. Vi inviterei a fare particolare attenzione a come è stato legato lo spoon e, se ne sapete di più rispetto a questa techica a farmelo sapere.
Quando usare gli ondulanti da Trout Area lunghi e stretti
Questa particolare forma, a differenza della precedente, distribuisce il peso dell’ondulante su una superficie più ampia, per cui questo ondulante affonderà molto più lentamente. Questo fa si che questo tipo di ondulante sia perfetto per sondare i primi strati d’acqua, permettendoci di rimanere in pesca a galla più a lungo.
Un’altra cosa che ho notato con la forma di ondulanti lunghi stretti è una buona lanciabilità, infatti questi spoon fanno poca resistenza all’aria e permettono di raggiungere distanze notevoli.
Quando usare gli ondulanti da Trout Area con la forma “via di mezzo”
Questa è sicuramente la famiglia più numerosa delle tre e secondo me al suo interno ci sono anche gli ondulanti più “all around”, non è un caso quindi che i best seller di questa tipologia di esche facciano proprio parte di questa famiglia.
Sono ondulanti che possono lavorare più o meno bene a diverse profondità e con diversi tipi di recupero. Personalmente è il primo ondulante che monto quando arrivo sul lago. Li utilizzo per quelle fasi di ricerca in cui ancora non so bene quale sia il colore più opportuno da utilizzare e in quale strato della colonna d’acqua siano le trote.
Una volta poi che ho individuato il pattern che ritengo funzionare meglio mi adeguo andando a scegliere l’ondulante delle tre famiglie che ritengo più opportuno, cioè quello che mi permetta di entrare in pesca il più velocemente possibile e che mi aiuti a restarci.
E voi come vi approcciate agli spoon da trout area?
Queste come ho detto sono le mie personali riflessioni al riguardo, mi piacerebbe però sapere se qualcuno ha diversi punti di vista o altri consigli da aggiungere. Per qualsiasi domanda potete scrivere tranquillamente nei commenti oppure, se siete iscritti a Facebook e vi interessa approfondire la questione, potete venire sul nostro nuovo gruppo Facebook Trout Area Lombardia.