Nella mia modesta esperienza da pescatore ho sempre cercato, in qualsiasi tecnica, di raggiungere target di taglia elevati. La ricerca ai grossi esemplari mi ha sempre stimolato moltissimo anche se negli ultimi anni, ho scoperto che una tecnica di pesca, se ben praticata e sperimentata con dedizione può offrire soddisfazioni anche con pesci di taglia più piccola, se non piccolissima.
Così ho iniziato ad avvicinarmi nel mondo dello spinning ultra light. Perchè ultra light? Perchè, come dal nome, l’attrezzatura utilizzata è molto leggera. Frequento un lago, a me molto familiare, vicino a casa che mi permette di praticare lo spinning leggero come meglio credo infatti utilizzo testine create da me con un peso compreso tra 0.7-1.5 gr dove innesco piccole esche di silicone da 2 pollici.
Sul posto, cerco di battere le variazioni di fondale significative, le zone in cui ci sono ostacoli e le zone in cui la vegetazione è abbastanza fitta.
Lancio l’esca nei punti sopra elencati e attendo che raggiunga il fondo, una volta a contatto inizio un lento recupero, che regolo in funzione della stagione e quindi comportamento del pesce. I recuperi possono essere lineari con piccole pause oppure a saltelli. Generalmente gli attacchi si verificano nelle pause oppure quando l’esca è in caduta. E’ infatti capitato che subito dopo il lancio, mentre l’esca scende sul fondo, si verificano gli attacchi, anche consecutivi se in presenza di branco.
Piccoli movimenti, vibrazioni e recuperi lenti possono regalare soddisfazioni con persici, gobbi e anche bass. Catture come cavedani, barbi e piccole carpe possono rendere la giornata ancora più entusiasmante.