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Pesca sportiva in acqua salata: come scegliere l’amo giusto?

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Non è facile scegliere l’amo giusto nella disciplina della pesca sportiva ad acqua salata. Per selezionare l’attrezzo giusto e riuscire a catturare una grande quantità di pesci, bisogna stare attenti a vari parametri, in base ai quali cambia tutto. Vediamo un po’ quali sono le varie componenti che vanno a favorire la pesca di una tipologia di pesce piuttosto che di un’altra.

Scegliamo i nostri ami in base al materiale con cui sono costruiti e alla forma

La prima cosa da dire è che ogni azienda di settore attribuisce all’amo corrispondente una serie, che differenzia un modello da un altro, e una numerazione, che varia in base alla dimensione dell’amo stesso.

  1. Il primo vero parametro per la scelta dell’amo giusto riguarda i materiali utilizzati: se l’attrezzo è fatto in lega di carbonio, è molto resistente e leggero al tempo stesso, mentre se è fatto in acciaio è più robusto ma molto più pesante e difficile da maneggiare.
  2. Il filo che collega l’amo e l’esca può essere fine, se si ha intenzione di attrarre pesci dalla bocca piccola e il labbro carnoso, e dopo, per pesci con il palato duro e i denti robusti.
  3. Il gambo dell’amo, cioè l’elemento che mette in comunicazione la paletta e la parte ricurva, deve essere preferibilmente corto se si vogliono catturare pesci sospettosi, lungo se si utilizzano esche di dimensioni maggiori e con micro ardiglioni per fare in modo che l’esca stessa non si perda al momento del lancio.
  4. La porzione ricurva dell’amo è rappresentata dalla pancia, che può essere larga verso il gambo e stretta verso la punta per innescare esche vegetali e vermi; rotonda per mettere in motoesche delicate come le larve; molto ampia per la pratica di ferrate estremamente veloci.
  5. Per quanto riguarda la punta, elemento essenziale per la pesca sportiva in mare, può essere diritta per un minore effetto leva, rientrante per più presa sulla ferrata ma con un maggior rischio di strappamento per la bocca del pesce, storta verso uno dei due lati per i pesci che assaggiano l’esca prima di ingoiarla e dalla punta conica per cercare una minore resistenza alla penetrazione.
  6. Quasi in corrispondenza della punta, ecco l’ardiglione, che può essere prodotto meccanicamente in caso di utilizzo di ami di vecchia generazione, piccolo per non allargare la ferita del pesce e per penetrare nella sua bocca, micro per favorire la slamatura del pesce stesso e assente per cercare di non danneggiare la bocca delicata di un pesce.
  7. Importante è anche il fissaggio del filo, che può essere a paletta, utile per bloccare un nodo fatto in nylon e con una paletta di dimensioni limitate per non far ruotare l’amo su se stesso, e ad occhiello, che può essere adoperato per la pesca di pesci di grandi dimensioni.

Altri consigli sulla scelta degli ami per pescare in acqua salata

Se si ha intenzione di catturare un pesce dal peso inferiore a 10 chilogrammi, si consiglia di utilizzare un amo piccolo, mentre un amo più grande è indicato per catturare pesci piccoli, magari con la collaborazione di un gambo lungo. Per i pesci di medie e grandi dimensioni, è consigliabile un amo circolare con un qualsiasi tipo di allarme situato sulla canna.

Importante è anche la selezione dell’esca che si sceglie di adoperare, che deve essere analizzata in base alla consistenza, alla natura e alla voluminosità. Non bisogna tralasciare neanche la scelta del giusto colore dell’amo, che deve essere adattato alla luminosità dell’ambiente circostante, del colore dell’acqua, dell’esca e del fondale marino. Se si ha intenzione di pesce un pesce più difficile da attrarre, è consigliabile servirsi di un’esca dal colore più scuro per non insospettirlo e farlo scappare.

Bisogna anche stare attenti alla disponibilità del pesce ad attaccare una determinata esca: se la cattura è sporadica, meglio un amo a filo fine, mentre se è frequente va bene un amo maggiormente robusto.

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