Solitamente quando dico ad amici e colleghi che sono un pescatore molti fanno battutine su quanto sia vecchio dentro e su quanto la pesca non sia uno sport molto attivo. Di solito li invito a venire una volta a pescare con me, magari in montagna su qualche torrente infrascato. Un paio li ho anche portati e credo che si siano ricreduti fortemente sulla pesca sportiva.
Ma non c’è bisogno di andare per torrenti e boschi per provare delle forti emozioni in pesca, ne ho avuto la riprova proprio l’altra sera.
Rientrando dal lavoro stanco avevo voglia di pescare qualche Black Bass in uno dei miei spot. È arrivato l’autunno oramai, la mia stagione di pesca preferita, e le giornate si stanno accorciando a vista d’occhio. Bisogna sfruttare questi ultimi momenti in cui i bass immagazzinano le scorte per la stagione fredda e cercare di stanare il big bass!
Avrei voluto pescare dal belly boat ma, avendo dimenticato la pompa a casa, ho dovuto ripiegare su una pescatina al piede sulle sponde del Lago di Lugano. Non esattamente lo spot migliore per pescare al piede, ma avevo talmente tanta voglia di lanciare un paio di artificiali che non ho saputo resistere.
Ho iniziato pescando con un jerk dai colori naturali lanciando a ridosso di barche e pontili per vedere se qualche bel pesce stesse cercando riparo da un leggero venticello che si era alzato. I primi lanci sono stati infruttuosi e dopo una decina di minuti ho dovuto lasciare il mio Rapala X-Rap sulla corda di una boa che non avevo visto. Peccato.
Stavo per mettere su una chatterbait quando l’occhio mi è caduto sulla scatolina degli spinnerbait, in particolare sul G-Blade di casa Geecrack, oramai diventata quasi una droga. E dico droga perchè sinceramente le wire bait di questa marca mi hanno dato davvero dipendeza!
Ho accellerato il passo pescando tra le barche e poi sono salito sulla passeggiata che costeggia il lago, con questo spinnerbait da 3/8 di oz bianco/verde avevo già bucato un paio di pesci da quella passeggiata, una volta un persico reale e un’altro un bel black bass che si è slamato quasi subito, la posizione di pesca rialzata di 3 metri dall’acqua non mi aveva certamente aiutato.
Al secondo lancio lascio scendere lo spinnerbait sul fondo e lo recupero a ridosso dello scalino ben visibile con l’acqua così limpida. E proprio grazie all’acqua così cristallina lo vedo: un bel luccio segue bello furioso il mio spinnerbait raggiungendolo all’apice dello scalino e infilandoselo in bocca senza troppi complimenti. Mi è già capitato diverse volte di prendere dei lucci pescando con gli spinnerbait e so che è sempre un terno all’otto quando succede:
Spesso capita che il luccio prenda lo spinner di traverso, per cui non è possibile allamarlo, semplicemente in ferrata apre la bocca e il nostro artificiale fa un bel salto senza andare a segno. Altre volte, soprattutto con pesci di misura e spinnerbait di piccole dimensioni, è facile che arrivino a recidere il filo, pescando i Black Bass non si usa il cavetto d’acciaio che si userebbe andando ad insidiare i lucci. Ma quando tutto va come deve andare… beh in quel caso inizia il divertimento.
Pensando al punto dove mi trovavo ho ritardato un attimo prima di ferrare, recuperare quel pesce non sarebbe stato facile. Poi ho tirato un sospiro e ho dato la ferrata decisa. Subito il luccio è ripartito con cattiveria cercando di guadagnare il fondo, ma con pochi complimenti l’ho costretto a venire in acqua bassa mentre io cercavo di scavalcare il parapetto e di trovare un punto agevole per saltare. Avete capito bene, saltare da un parapetto di tre metri con un luccio in canna che sfuriava.
Il salto è andato bene e ho evitato di fare una figura barbina con alcuni turisti tedeschi che si erano avvicinati per curiosare attirati dalle mie acrobazie. Il luccio ha sfuriato ancora, questa volta cercando di infilarsi sotto le barche, ho dovuto passare un paio di volte la canna sotto i fili che legavano le barche ma alla fine il luccione è arrivato a portata di presa opercolare. L’esperienza della vacanza in lapponia mi è tornata utile!
Ho tirato davvero un sospiro di sollievo a vedere quella bella bestia appeso alla mia mano e a sentire gli applausi dei turisti tedeschi che mi hanno anche fatto la foto di rito prima del rilascio.
Una delle turiste che parlava italiano mi ha chiesto perchè liberassi un luccio così bello e che mi era costato tanta fatica, le ho spiegato che il Catch And Release al giorno d’oggi è una pratica a cui ogni pescatore dovrebbe essere fedele se vogliamo pescare ancora qualcosa domani. Si è detta d’accordo con me.
Ma le peripezie non sono finite qui. Mentre io e la signora tedesca disquisivamo sul catch and release ho notato che il luccio dopo la prima ripartenza faticava a prendere il largo. Così in mezzo allo stupore generale mi sono spogliato restando in mutande e mi sono letteralmente tuffato per raggiungere la povera bestia stremata dal combattimento.
Ho tenuto il luccio in posizione corretta perchè tendeva a spanciarsi e l’ho ossigenato per qualche minuto facendogli fare avanti e indietro. Dopo poco ho visto che ogni volta che le sue branchie si riempivano d’acqua l’animale aveva qualche breve scatto di forza, sempre più forte. Alla fine è partito con una bella scodata che mi ha fatto la doccia in mezzo alle risate generali. E alla mia soddisfazione.
Quando sono risalito la turista mi ha fatto ancora i complimenti e mi ha ringraziato per averle dato una fantastica lezione. Mi ha spiegato che da bambina era una pescatrice professionale e che le dispiaceva sempre vedere quei pesci morti. Era felice di vedere che la pesca non era solo morte per i pesci, ma che per me significava rispetto e grande stima per quei combattenti.