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Legambiente non è d’accordo sulla pulizia dei nostri mari

bandiera-legambienteUn paio di settimane fa il Ministero della Salute ha rilasciato una serie di dati sulla qualità delle nostre acque che hanno avuto parecchia visibilità sui media italiani, eppure pare che questi dati non convincano del tutto Legambiente.

Secondo il Ministero della Salute la qualità delle acque di balneazione italiane è aumentata: risulta infatti che il 96,6% dei casi è superiore ai livelli sufficenti, e addirittura l’87,2% è eccellente un sensibile miglioramento dagli scorsi anni dove questo dato raggiungeva  il valore del 85,1%.

Eppure con una semplice ricerca sul web si scopre che le spiagge con divieto di balneazione per periodi anche lunghi, che in genere seguono i giorni di pioggia, non sono poche: Forte dei Marmi, Bari, Falconara, Sanremo, Ostia, Riva Ligure sono solo degli esempi.

Come mai questa disparità coi dati del Ministero?

Il parere di Legambiente sui dati dei mari inquinati

Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente ha la risposta a questa domanda:

Il sistema di analisi che viene adottato per queste indagini lo critichiamo da anni, perché non considera le foci dei fiume e i fossi che sono le zone più inquinate dagli scarichi fognari. Si analizzano solo le acque dei siti di balneazione, che risultano ottime, per poi diventare non balneabili al primo acquazzone che rimescola le carte.

Ad oggi gran parte delle foci non sono campionate, mentre la stessa normativa prevederebbe la valutazione sia delle aree balneabili che di quelle più critiche.

Sì, il mare è balneabile, ma servono assolutamente modifiche in questi rapporti falsati da analisi parziali. Il dato diffuso non significa che il 96% delle acque è eccellente, ma solo piccole aree. Mentre sono in aumento le zone di qualità scarsa.

L’inquinamento è peggiorato anche nei laghi e nei fiumi

Il Ministero e Legmabiente ne danno entrmabi conferma: sono in aumento anche le acque di mari laghi e fiumi di qualità scarsa, che rappresentano il 2,5% sul totale nazionale, mentre il restante circa 10% è considerato sufficiente.

Ma le sorprese su questi “dati falsati” non sono finite, infatti i valori di conformità si riferiscono esclusivamente alla presenza di enterococchi intestinali ed eschirichia coli, quindi valutano l’inquinamento da scarichi fognari, ignorando completamente l’inquinamento chimico derivante dalle industrie o dagli scarichi delle grandi navi.

Ed ecco infatti arrivare a pochi giorni di distanza i risultati del monitoraggio di Goletta Verde Straordinaria: 38 milligrammi di idrocarburi per metro cubo fanno del Mediterraneo il mare più contaminato al mondo da petrolio.

Il monitoraggio diffuso settimana scorsa dal Ministero sembra dunque più una mossa di marketing per favorire l’estate al mare italiana, che non un serio esame della salute delle nostre acque.

Fonte:

Wired

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