Il Silurus glanis o più comunemente Siluro, è sicuramente il più chiaccherato, odiato e amato tra i pesci alloctoni che ormai si sono stanziati nelle nostre acque. È un efficace predatore che raggiunge una stazza impressionante e proprio per questo motivo è ricercato da moltissimi pescatori ed additato come causa di ogni male da molti altri (fenomeno in lenta ma netta diminuzione, per fortuna NDR).
Questo pesce originario dell’Europa centro-orientale, è stato introdotto circa mezzo secolo fa nelle nostre acque probabilmente in qualche laghetto dedicato alla pesca sportiva e poi in qualche maniera si è diffuso nel sistema fluviale dell’Italia settentrionale.
La frega del siluro
Il Siluro raggiunge la maturità sessuale tra i 3 e i 5 anni di età e la sua riproduzione è annuale. I maschi raggiungono la maturità prima delle femmine.
All’inizio della primavera, quando l’acqua raggiunge una temperatura di circa 10° il siluro si risveglia da una fase quasi letargica e migra verso acque più basse e ricomincia a nutrirsi con regolarità.
Verso la fine della primavera (maggio/giugno), quando l’acqua raggiunge una temperatura compresa tra i 18° e i 22° cominceranno a formarsi le coppie di individui della stessa stazza.
In questo periodo l’aggressività aumenta e le lotte tra maschi saranno all’ordine del giorno. Se pescate un siluro con diverse ferite è un chiaro segnale che è iniziata la frega! Quindi da pescatori coscienziosi saprete che è giunta l’ora di dedicarsi alla pesca di altre specie per almeno un mese e mezzo!
Una volta formata la coppia il maschio costruirà un nido sul fondo ammucchiando e disponendo a sua discrezione ripari naturali (legnetti, sassi ecc) per le future uova.
Dopo aver finito il nido, in piena notte avviene l’atto riproduttivo vero e proprio. Il maschio “abbraccia” la femmina e, comprimendole l’addome, favorisce la fuoriuscita delle uova e contemporaneamente le feconda espellendo il suo seme.
Finita la deposizione il maschio scaccia la femmina e per circa un mese non si allontanerà mai dal suo nido ventilando continuamente le uova con le pinne per evitare che ammuffiscano e proteggendole da eventuali predatori. Questa strenua difesa del nido permette un’elevata percentuale di sopravvivenza e schiusa delle uova, ed è quindi uno dei maggiori fattori che hanno permesso la proliferazione di questo pesce nelle nostre acque.
L’embriogenesi è velocissima, 60-75 gradi/giorno ad una temperatura compresa tra i 22° e i 24° (il grado/giorno o GG è un’unità di misura che si ottiene moltiplicando i giorni per la temperatura media dell’acqua, ad esempio 15 giorni a 10° equivalgono a 150 GG).
Le uova schiudono in 24-27 giorni e le larve rimangono attaccate al nido fino al completo assorbimento del sacco vitellino (3-5 giorni) a questo punto saranno in grado di nuotare liberamente.
Finalmente il duro lavoro del maschio è terminato e si allontana dal nido (e sarà anche molto affamato dopo un mese che non mangia, quindi sarà il momento giusto per rispolverare la nostra attrezzatura!) lasciando i piccoli al loro destino.
Come tutti saprete la legge non tutela il Siluro, e di conseguenza non è previsto un periodo di divieto di pesca per salvaguardarne la riproduzione. Quindi sta solo a noi pescatori, al nostro buon senso e alla nostra coscienza lasciare in pace il baffone in questo mese e mezzo e sfruttare questo periodo per prepararci al meglio per tornare a cercare l’over dei nostri sogni da metà luglio in poi!