Marco Mancini, ittiologo bresciano che sta guidando la campagna di pesca al siluro spiega così le operazioni portate avanti sul lago di Endine:
Il nostro compito è quello di andare a stanare i siluri del lago, ci spostiamo con una barca a motore e utilizziamo un bastone metallico e un generatore per dare una potente scossa che stordisce i pesci. Noi con i retini poi andiamo a pescare i siluri.
Dopo il siluro la nuova minaccia del lago di Endine arriva dal carassio
prosegue parlando di una nuova “minaccia” che dal 2014 si è aggiunta al siluro, il carassio:
Sono due specie non autoctone importate nel Nord Italia dall’uomo: il siluro mangia di tutto, pesci ma anche ratti e uccelli, è una sorta di spazzino del lago e si è notevolmente moltiplicato negli ultimi anni, non lasciando spazio alle specie autoctone. Dal 2014 abbiamo iniziato anche a dare la “caccia” al carassio, che come il siluro arriva dal Nord Europa.
Il carassio mangia le uova degli altri pesci e per questo va pescato ed eliminato. L’intervento dell’uomo è indispensabile perché queste due specie, soprattutto il siluro, non hanno dei rivali nelle acque del lago e quindi vivono senza problemi. Infine, queste sono due specie che arrivano dal Nord Europa e lì sono abituate a stare per 6 mesi in letargo. Qui invece, trovando acque più calde, rimangono attivi per tutto l’anno
I Risultati dalla campagna anti siluro sul lago di Endine
Per concludere Marco Mancini spiega i risultati ottenuti snocciolando anche numeri e quantità:
Nel 2013 abbiamo pescato ben 27 quintali di siluri, mentre in questi primi mesi del 2014 siamo già arrivati a 7 quintali di siluro e 3 quintali di carassio. L’esemplare di siluro più pesante trovato nelle acque del lago pesava ben 85 chili. Questo pesce viene in molti casi destinato alle associazioni benefiche: la carne del siluro e del carassio è infatti commestibile, anche se non di grande qualità