Nuovi vertici e soprattutto nuovi obiettivi per la società Cooperativa Pescatori del Lago di Varese che “gestisce” le sorti del lago dal 1922, anno nel quale ha ottenuto il diritto esclusivo di pesca sul bacino. Con l’avvento del nuovo corso e il ricambio generazionale che ne è conseguito, la cooperativa dei pescatori vorrebbe lanciare nuovi progetti e nuove idee per valorizzare il lago e tutto quello che gli gira intorno, dalla pesca all’ambiente.
Paolo Giorgetti, amministratore con deleghe, e figlio di uno degli storici pescatori del lago di Varese, spiega
L’idea è quella di ridare centralità alla cooperativa dei pescatori, facendone il punto di riferimento quando si parla di lago, dalle associazioni che ci lavorano alla cultura, dalle attività legate all’ambiente alla ricerca per arrivare alla pesca.
Vogliamo promuovere l’attività dei pescatori professionisti e dilettanti, con accordi coi negozi di attrezzature sportive; ricreare un punto di raccolta del pesce e di smercio del pescato; favorire il noleggio di barche e rilanciare tecniche di pesca dismesse come la pesca di gruppo. Inoltre vorremmo che dalla cooperativa partisse lo spunto per la partecipazione a bandi insieme ai centri di ricerca e alle università.
Le idee in campo sono tante, anche per migliorare e modificare le normative vigenti e consentire l’ingresso nella cooperativa di pescatori semi professionisti per tramandare le tradizioni, collaborando fattivamente con gli enti pubblici per evitare sprechi di denaro e favorire al contempo la valorizzazione e la tutela dell’ambiente, per esempio lottando contro gli scolmatori con azioni di ricerca e proposizione di soluzioni.
È anche allo studio la nascita di un museo della pesca che farà da centro di tutte le attività. I nostri pescatori osservano il lago dal 1922. Lo osservano costretti dalle leggi economiche della sopravvivenza. Le uniche leggi che non ti concedono sconti, deroghe e licenze di errore. Se sbagli a calare le reti, se non prevedi il comportamento dei pesci, se non consoci l’influenza di un vento e il ruolo del canneto, il lavoro (duro!) sarà stato vano. Per loro il lago non è nè moribondo, nè malato, nè è spazzatura ed è forse, a suo modo, più vivo di prima. Forse dovremo smettere di essere osservatori della domenica e affidarci a chi, al nostro posto, ha coscienza e conoscenza approfondita
Non resta quindi che fare gli auguri alla società cooperativa sperando in una rinascita del lago per il prossimo futuro.